La Pazzia della  Mucca ed il  Genio del Prione

La pazzia della mucca

Tutto ciò che riguarda il cosiddetto morbo della mucca pazza (encefalopatia spongiforme bovina) ripete alla lettera quanto abbiamo sinora visto. Un allevamento intensivo di animali, un agente infettivo capace di trasferirsi all’uomo e di determinare il morbo di Creutzefeldt-Jakob (CJ) che nel giro di sei mesi, un anno, causa la morte dei soggetti colpiti; in più un’altalena di sospetti e smentite, interessi economici che ostacolano la ricerca della verità.

mucca pazza

Ed ancora, rigurgiti di nazionalismi che hanno visto contrapposte l’Inghilterra e le nazioni confinanti, governi che si sono trovati stretti tra l’opinione pubblica che voleva sapere e categorie come quelle dei macellai che minacciavano la crisi economica del paese.

Le novità per quello che interessa il nostro studio sono due. La prima è che non esistono limiti dell’uomo nel sovvertire le leggi della natura; alla base del morbo della mucca pazza sta infatti la trasformazione di un erbivoro in un carnivoro o meglio in un cannibale, visto che i bovini affetti dal morbo sono stati alimentati con gli scarti della lavorazione delle carni come pellame, grassi, collagene, parti muscolari, provenienti da individui della stessa specie. La seconda novità è il prione, l’agente infettante che causa l’encefalopatia spongiforme bovina ed il morbo di C.J. nell’uomo. Il prione non è né un virus né un batterio, non possiede acidi nucleici. Le patologie causate dai prioni erano note da tempo ma sinora soprattutto veterinarie.

Nell’uomo oltre al morbo di C.J. che si prendeva in seguito a trapianti d’organo, oppure il curu, associato sempre ai prioni, trasmesso in certe tribù della nuova Guinea attraverso pratiche, ora cessate, di cannibalismo rituale, non c’erano altri casi di malattie legate ai prioni.

genio del prione

È molto difficile per un prione effettuare il salto di specie dall’animale all’uomo, ma quest’ultimo si è tanto ingegnato da renderlo possibile e, recentemente, anche su larga scala. Oltre alla mucca altri animali “pazzi” emergono sulla scena epidemiologica umana.

Lo “scoiattolo pazzo” trasmette all’uomo che ne mangia il cervello[1] lo stesso morbo della mucca.

La “gallina pazza” agisce da veicolo di infezione mediante un batterio[2], ma anche in questo caso la patogenesi è legata ad allevamenti intensivi[3].

Sull’uomo pazzo vale la pena soffermarsi solo in senso filosofico, osservando come la sua pretesa di sovvertire senza conseguenze le Leggi della Natura sia spesso una tragica illusione.

[1] Nel Kentucky, dove il roditore è considerato una squisitezza.

[2] Il campylobacter, principale fattore di avvelenamento da cibo in Gran Bretagna, con circa 60.000 casi registrati ogni anno. Su dieci soggetti colpiti uno sviluppa setticemia e talora paralisi.

campylobacter

[3] Nove polli su dieci venduti in Inghilterra, secondo studi recenti commissionati dal Ministero della Sanità Inglese, sarebbero contaminati dal campylobacter.