Aggressività umana inspiegata 1°
Le stragi che a cadenze regolari si verificano in America e gli attentati terroristici di matrice islamica monopolizzano completamente l’attenzione dei media. Esiste però un altro fenomeno che, per numero di vittime e per le atrocità dell’azioni, non ha nulla a che invidiare né alle stragi americane né agli attentati terroristici. Parliamo della aggressività umana inspiegata che riempie la cronaca a ritmo giornaliero.
Ogni giorno in effetti la cronaca è piena di episodi di delitti efferati. Per lo più questi omicidi sono senza un vero movente o meglio con un “movente” assolutamente banale.A nostro parere l’unica vera spiegazione possibile è: l’istinto di alcuni uomini di uccidere i propri simili nel modo più atroce possibile.
L’infanticidio fa parte della storia dell’uomo ma, quando si scopre che la madre di Jaydenn Hansche, 4 anni, di Owasso in Oklahoma ed il compagno di quest’ultima hanno abusato fisicamente e sessualmente della piccola prima di infliggerle diversi colpi letali alla testa , quando si legge che i colpi al cranio sono stati almeno dieci e che il corpo aveva lividi e segni di bruciature sul volto e sulle spalle, l’unica spiegazione per un comportamento così estremo non sembra essere altra che un’aggressività estrema. In effetti, in questo come in tutti gli altri numerosi casi in cui a commettere infanticidio o omicidio di minore è stato il compagno della madre, si scoprono precedenti di feroce violenza.
Emblematica in tal senso è la storia di un detenuto di 42 anni Jairo Lopes, fuggito dal carcere di Montes Claros nel 2012 e considerato latitante da ormai quattro anni. Il criminale viveva sotto falso nome a Buenópolis, dove si era anche risposato…. ciò non gli ha impedito di stuprare e ammazzare brutalmente una bambina di 10 anni a cui, poi, ha strappato il cuore dal petto. Le accuse con cui era rinchiuso in carcere erano: omicidio, rapina e stupro.
Mentre stavo scrivendo questo post è comparsa sul web la notizia dell’ennesimo infanticidio. Amber, una ragazza di 26 anni lascia che il suo nuovo fidanzato Mike di 22 anni, conosciuto da appena due settimane, porti la propria figlia Ariana di quattro anni in giro . Le uscite sono due la prima breve, la seconda molto più lunga. La mattina successiva trova la piccola, anziché nel proprio letto, sul divano dove la giovane aveva ospitato il fidanzato. Amber non viene minimamente insospettita da due lividi sulla tempia della figlia. Quando la madre scopre che Ariana ha lesioni genitali e lividi sulla schiena, riesce a farsi convincere dal fidanzato a non portare la bambina in ospedale. L’agonia della piccola continua fino al tardo pomeriggio. A pranzo viene portata in un centro commerciale e quando inizia a vomitare anziché in un pronto soccorso viene riportata a casa e successivamente di nuovo in un centro commerciale. Alle 18, Ariana smette di respirare. Alla polizia Amber dichiara che quando insisteva per portare la figlia in ospedale il fidanzato Mike l’avrebbe minacciata dicendole che se ne sarebbe andato e non lo avrebbe rivisto più.
Anche il delitto in famiglia è antico come la storia dell’uomo ma la gelosia come motivazione che avrebbe indotto una ragazza di russa di 19 anni ad uccidere la sorella minore diciassettenne, di professione modella, non basta. Leggendo i particolari raccapriccianti del delitto scopriamo che la sorella maggiore ha ucciso la più piccola con 140 coltellate, cavandole gli occhi e tagliandole le orecchie.
Ultimamente poi, in tutto il mondo, nei delitti in famiglia, l’assassino non si ferma neanche se la vittima è incinta anzi in più casi è proprio la gravidanza la motivazione dell’omicidio.
Sicuramente qualcosa di particolare deve aver spinto un pornodivo canadese ad uccidere il suo fidanzato, uno studente cinese, farlo a pezzi, mangiare parti del cadavere ed inviarne altre per posta in giro per il Canada.
Molto interessanti per la dimostrazione della nostra tesi (meccanismo a feedback genetico nella popolazione umana) sono i moventi assurdi se non addirittura inesistenti di molti delitti con una o più vittime
All’una di notte nella sala ristorante della catena Waffle House nella cittadina di Biloxi, nel Mississippi una cameriera 52enne vede un cliente con la sigaretta accesa. Va da lui e lo invitato a spegnerla. Per tutta risposta l’uomo estrae una pistola calibro 9 e le spara in testa. Successivamente l’assassino aspetta impassibile l’arrivo della polizia che lo trova ancora seduto al suo tavolo.
Una coppia di indiani Crow va in soccorso di un giovane automobilista rimasto senza benzina sulla strada della loro riserva, nel Montana. Come gesto di “gratitudine” il ragazzo deruba e uccide entrambi i coniugi. La figlia, anch’essa presente, si salva miracolosamente fuggendo con una pallottola nella schiena. Allo sceriffo che gli chiede perché, a soli 18 anni, abbia compiuto un crimine così terribile, il killer ha risponde: “Ero stanco, e mi è sembrato che ridessero di me”.
Per un banale traffico di droga un adolescente viene rapito, violentato, torturato ed ucciso da tre suoi coetanei. Colpito al volto con un machete il diciassettenne è stato seppellito ancora vivo mentre uno dei tre assassini continuava a fare sesso vicino al sua tomba.
Segue in:
– Aggressività umana inspiegata 2
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