Il Gene del Suicidio 

“Dopo la luna di miele mi aveva detto di non essere mai stato così felice in vita sua.” Questa la dichiarazione rilasciata dalla disperata neo-sposa di un uomo ventisettenne che, nel bresciano, si è ucciso a neanche una settimana di distanza dalla lieta celebrazione del proprio matrimonio. L’uomo si è ucciso impiccandosi all’interno della propria azienda di macellazione carni.

Ciò che rende questo recente caso così emblematico per le tesi sostenute ne “Il Virus Intelligente” è la notizia che anche il padre dell’uomo, 14 anni prima, si era suicidato annegandosi in un canale e, 63 anni prima, anche suo nonno si era tolto la vita gettandosi sotto un treno in corsa.

La scelta di procurarsi da sé la morte accomuna dunque ben tre generazioni di uomini di una stessa discendenza, avvalorando dunque la nostra ipotesi sul suicidio regolato da fattori genetici secondo il meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa.

La consorte dell’uomo ha affermato che, l’ormai defunto marito, non presentava segnali di depressione alla vigilia del suicidio, ma che anzi sembrava stesse trascorrendo i giorni più gioiosi di sempre. Anche del suocero, 14 anni prima, si dice che fosse molto tranquillo prima di compiere l’atto estremo, tanto da aver promesso al figlio di andarlo a riprendere a scuola. Di come avesse trascorso gli ultimi giorni di vita il nonno non si sa nulla, ma a noi sembra difficile negare la presenza di una depressione genetica ed ereditaria, trasmessa di nonno, in padre, in figlio.

Già abbiamo trattato della teoria dell’origine genetica della depressione [1], secondo la quale negli individui che tendono ad uccidersi è riscontrabile una carenza della proteina 5-idrossitriptamina, il cui gene produttivo è detto per l’appunto gene del suicidio; inoltre, pure la carenza di serotonina, la cui produzione è legata al gene sert, può produrre numerose condizioni psicopatologiche negative.

Ammettendo la teoria di predisposizione genetica alla depressione e di conseguenza al suicidio, sosteniamo la tesi del meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa: al crescere della popolazione, soprattutto in quelle circostanze in cui gli altri fattori di regolazione della popolazione sono resi inattivi dal grado di civiltà e dalla situazione socio-politica, la Natura aumenta il numero di persone geneticamente predisposte a cadere in depressione e ricorrere al suicidio, affinché si venga a ridurre il numero degli individui e si ristabilisca, pertanto, l’omeostasi genetica.

[1] Per approfondire è possibile consultare il post “Suicidi (Il Male di Vivere XVII Parte)” de “Il Virus Intelligente”.