La Solitudine di Leonardo da Vinci Parte Prima
E se tu sarai solo sarai tutto tuo ( Leonardo a Vinci)
Tutti conoscono Leonardo da Vinci. La Gioconda è forse il quadro più famoso e ammirato di tutti tempi. Anche le innumerevoli macchine del genio italiano sono ben note. È difficile avere un’idea del numero di pubblicazioni e studi su Leonardo da Vinci. Eppure, a mio modestissimo parere, penso che Leonardo non sia stato veramente conosciuto nella profondità del suo pensiero . Non sto ovviamente parlando della sua presunta omosessualità anche perché, rispetto ai livelli di evoluzione psichica e culturale cui giunse Leonardo, la sessualità, comunque espressa, è un retaggio dell’origine animale dell’uomo(1). Mi riferisco viceversa al rifiuto, da parte di Leonardo, della metafisica e della religione in genere che ha corrispondenza solo in un altro gigante della conoscenza umana e cioè in Tito Lucrezio Caro . Nella prima metà del primo secolo avanti Cristo, col suo de rerum natura(2), lo scrittore Latino pose le basi di quello che sarà, fino ai nostri giorni, il rifiuto di ogni trascendenza. Eppure sia per Lucrezio, sia soprattutto per Leonardo da Vinci, vi è qualcosa che ha caratteristiche “divine”, questo qualcosa è la Natura.Per Leonardo da Vinci il vero Dio è la Natura con le sue leggi. . A questo punto verrebbe da chiedersi come mai la Chiesa non osteggiò il pensiero di Leonardo riguardo la religione così come fece ad esempio per Lucrezio sottoposto una vera e propria damnatio memoriae (3) tanto che l’unica copia rimasta del suo poema filosofico De rerum natura fu scoperta per caso nel 1407 dall’umanista Poggio Bracciolini. Leonardo non faceva paura alla Chiesa per il semplice fatto che la Chiesa non aveva capito l’intima essenza del pensiero di Leonardo e, quand’anche l’avesse capita, avrebbe immediatamente intuito che il pensiero del genio del Rinascimento era talmente avanzato o comunque lontano dagli schemi del giudaismo e del pensiero occidentale, che nessun altro lo avrebbe capito. Di qui il concetto di solitudine di Leonardo da Vinci: a chi Leonardo da Vinci avrebbe potuto esprimere la vera essenza, il nucleo del suo pensiero? Mentre infatti Lucrezio aveva sistematizzato il suo rifiuto della religione rifacendosi alla tradizione filosofica del suo tempo, Leonardo racchiudeva dentro di sé questo pensiero, potremmo dire che era un qualcosa di inespresso forse anche a se stesso. Il concetto di Natura come “Dio” difficilmente avrebbe potuto essere divulgato né per altro era questo lo scopo di Leonardo. Di conseguenza la Chiesa non temeva Leonardo.
Esiste una religione-filosofia che si avvicina molto al pensiero filosofico di Leonardo ed è il Buddismo. La sua origine è molto anteriore a Lucrezio mentre l’interpretazione degli insegnamenti di Shakyamuni (4) più vicina al pensiero di Leonardo da Vinci è quella di Nichiren Daishonin . Questo monaco buddista, vissuto in Giappone 1222 e il 1282, dopo aver studiato a lungo tutte le scritture buddiste, arrivò alla conclusione che il trattato che meglio rivela l’insegnamento originale del Budda Shakyamuni è il Sutra del Loto, di conseguenza spese tutta la sua vita ad affermare la supremazia di tale trattato su tutti gli altri. In base alla dottrina di Nichiren, la legge universale a cui il Budda s’illuminò non è altro che la realtà della vita in tutti i suoi fenomeni. La legge del Budda non è altro che la vita stessa e dunque proprio la Natura a cui Leonardo fa più volte riferimento nei suoi scritti.
Se si pensa tuttavia che l’impossibilità da parte di Leonardo da Vinci di comunicare agli altri il proprio pensiero riguardi solo l’aspetto più propriamente filosofico-“religioso”- della sua opera, in quanto portatore di verità non proprio tipiche del pensiero occidentale, si cade in errore. Leonardo da Vinci è l’autore di opere pittoriche universalmente conosciute e forse le più famose di ogni tempo; la sua capacità di precorrere i tempi viene anche ammessa in campo tecnico ad esempio come precursore del cambio automatico, delle pale dell’elicottero e di moltissimi altri meccanismi. Eppure nessuno sa o comunque divulga il fatto che egli ha intuito-scoperto, una legge di importanza veramente fondamentale per l’uomo, precorrendo talmente tempi che ancora oggi, non mi risulta che tale scoperta di Leonardo sia conosciuta ai più e soprattutto anche a coloro che si dichiarano conoscitori o ammiratori di Leonardo. Questa scoperte intuizioni di Leonardo è contenuta in uno dei codici che contengono i suoi scritti
In disputa pro e contra le leggi di natura (codice Arundel; 1478-1518) scrive:
“la natura essendo vaga e pigliando piacere del creare e fare continue vite e forme, perché conosce che sono accrescimento della sua terrestre materia, è volenterosa e più presto col creare che l’ tempo col suo consumare, e però ha ordinato che molti animali siano cibo l’uno dell’altro, e non soddisfacendo questo a simile desidero, spessa ma manda fuori certi avvelenati e pestilenti vapori e continua peste sopra le gran moltiplicazioni e congregazioni di animali, e massime sopra gli uomini che fanno grande accrescimento, perché altri animali non si cibano di loro, e tolto via le cagioni mancheranno gli effetti”.
Segue in
La solitudine di Leonardo da Vinci Parte Seconda
(1) Ma di questo parleremo quando spiegheremo il significato del Peccato Originale secondo la tesi de “Il Virus Intelligente”.
(2)Il poema di Lucrezio inizia con un inno alla dea Venere, simbolo della voluptas, cioè del piacere
(3)Damnatio memoriae è una locuzione in lingua latina che significa letteralmente condanna della memoria. Nel diritto romano indicava la pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella distruzione di qualsiasi traccia potesse tramandarla ai posteri. Si trattava di una pena particolarmente aspra riservata agli hostes, ossia ai nemici d Roma e del Senato .
(4)Shakyamuni letteralmente saggio degli Shakya. Fondatore del buddismo. Riguardo il periodo in cui visse vi sono opinioni differenti. Secondo la tradizione buddista cinese giapponese egli visse tra il 1029 a.C. e il 949 a.C. ma studi recenti collocano la sua nascita circa cinquecento anni più tardi. Era figlio del re degli Shakya, piccola tribù il cui regno era situata ai piedi dell’Himalaya. Egli rinunciò al suo rango e partì per ricercare la soluzione alle questioni della nascita, dell’invecchiamento, della malattia, della morte. Studiò autorevoli filosofie e praticò varie austerità ma si rese conto che esse non lo avrebbero portato all’illuminazione. Si narra che , vicino alla città di Gaia in India, Shakyamuni sedette sotto l’albero della bhodi, entrò in meditazione e ottenne l’illuminazione. Per condurre gli altri alla stessa condizione illuminata, nei successivi cinquant’anni espose numerosi insegnamenti che più tardi furono compilati in forma di Sutra buddisti. La storia del Budda Shakyamuni è stata resa famosa in Occidente dal romanzo di Hermann Hesse Siddharta
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