# 85 Eden L’uomo. L’ambiente. I Microparassiti .
L’UOMO. L’AMBIENTE. I MICROPARASSITI .
…… Inoltre Dio piantò un giardino in Eden, verso oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. Così Dio fece crescere dal suolo ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo e anche l’albero della vita nel mezzo del giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male[1].
……. E Dio prendeva l’uomo e lo poneva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne avesse cura. E Dio impose all’uomo questo comando “Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morirai [2].
Sono in molti a credere che esiste una inscindibile correlazione tra l’opera dell’uomo e le varie malattie epidemiche nel corso della storia.
Il problema non è solo dimostrarlo ma capire quanto ciò sia importante. Per fare questo dobbiamo tornare indietro nel tempo o meglio in una dimensione in cui il tempo, così come lo consideriamo adesso, non esisteva ; quando cioè non avevamo coscienza di noi stessi e tanto meno del tempo. Entriamo nel paradiso terrestre.
Doveva essere un luogo stupendo[3]: alberi, vegetazione, fiori, profumi, canto di uccelli. Il nostro antenato vi ci si trovava magnificamente, viveva sugli alberi, era vegetariano ed in quanto tale aveva a disposizione tutto ciò che gli serviva senza fare alcuno sforzo[4]. Il clima caldo umido gli permetteva di vivere nudo[5]. Ma soprattutto egli si trastullava in una situazione di beata incoscienza. Mangiato il frutto proibito per il nostro progenitore cominciano i primi guai: il suo cervello si ingrossa e diventa, proporzionalmente al corpo, il più grande di tutti gli altri animali.
L’uomo comincia ad acquistare coscienza di sé e per prima cosa si accorge di essere nudo[6]. Nello stesso tempo assume la stazione eretta, scende dagli alberi e comincia a pensare che cosa può combinare con le zampe anteriori libere dall’impegno di camminare o arrampicarsi ; ciò che gli offre il paradiso terrestre non gli basta più e s’industria di ricavare dalla terra, non senza una buona quantità di sudore[7],[8], di più di quello che fino ad allora trovava spontaneamente sugli alberi. Certo avere a disposizione due mani libere è comodo: basta afferrare un bastone ed ecco che tante paure passano. Se poi l’uomo si riunisce con i suoi simili e anziché un bastone tiene tra le mani un’ascia di pietra anche gli animali più feroci ci pensano prima di attaccarlo.
Alla donne le cose vanno un po’ peggio. La nuova stazione eretta e l’enorme capoccione della sua prole gli rendono difficile il parto, gli procurano un sacco di dolori[9] e qualche volta , non raramente,nel mettere al mondo altri uomini ci lascia la pelle. D’altra parte è stata lei a dire al suo uomo di mangiare la mela, quindi tutto torna. I due comunque bene o male decidono di rimanere insieme, si fabbricano dei lunghi vestiti di pelle[10] e visto che nel paradiso terrestre non potevano più mettere piede, se ne vanno in giro per il mondo[11].
Col tempo, con Noè[12] il nostro uomo diventa carnivoro, e con Caino[13] ed Abele impara a massacrare i propri simili.
Gli studi della dentizione dei resti dei nostri primi antenati suggerisce che essi erano carnivori ma con una netta preferenza per frutta, larve, germogli, piuttosto che per la carne confermando il lento trapasso da un alimentazione prevalentemente vegetariana ad una mista.
[1] Genesi. 2:8-9
[2] Genesi .2:15-17
[3] Recenti studi antropologici e genetici concordano nell’ affermare la nascita dell’uomo in Africa. Potremmo collocare dunque il Paradiso Terrestre in una foresta equatoriale africana.
[4] “Ecco vi ho dato tutta la vegetazione che fa seme che è sulla superficie dell’intera terra ed ogni albero sul quale è il frutto di un albero che fa seme sulla terra vi serva da cibo” (Genesi 1:29)
[5] …ed entrambi continuarono ad essere nudi, l’uomo e sua moglie, eppure non si vergognavano. (Genesi 2.25)
[6] .(Genesi 3:7)
[7] … il suolo è maledetto per causa tua, con dolore ne mangerai il prodotto tutti i giorni della tua vita. (Genesi 3:17).
[8] …e (il raccolto) ti produrrà spine e triboli e devi mangiare la vegetazione del campo. Col sudore della tua faccia mangerai pane. (Genesi 3:17-18)
[9] Alla donna disse”aumenterò grandemente il dolore della tua gravidanza, con doglie partorirai figli” (Genesi 3:10).
[10] E Dio faceva lunghe vesti di pelli per Adamo e sua moglie e li vestiva. (Genesi 3:21)
[11] Visto in chiave mitico-storica il racconto della Genesi non è altro che il racconto preistorico dell’evoluzione dell’uomo da scimmia ad homo sapiens-sapiens. In questo senso il “Peccato Originale” consiste proprio in questo passaggio, in qualche modo “voluto” dall’uomo. In quanto primate, l’uomo non poteva far altro che obbedire alle leggi della Natura-Dio; da homo sapiens-sapiens, acquisita la conoscenza del bene e del male, può, se vuole, andare contro tali leggi.
[12] E Dio proseguì benedicendo Noè ed i suoi figli e dicendo loro: “siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. E timore di voi e terrore di voi continuerà su ogni creatura vivente della terra e su ogni creatura volatile dei cieli, su ogni cosa che si va muovendo sul suolo e su tutti i pesci del mare. Sono ora in mano vostra. Ogni animale che si muove ed è vita vi serva di cibo. Come nel caso della verde vegetazione vi do in effetti tutto questo”. (Genesi.9:1-3)
[13] Caino in greco (kainw) si traduce con uccido; in questo senso il personaggio biblico assume il valore mitico del primo esempio di aggressione mortale intraspecifica.
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