Human Papilloma Virus 4°
Ancora una volta lo studio di quanto accaduto nel passato mi offriva, se non delle soluzioni, almeno delle ipotesi di lavoro. Immediato fu il riferimento dallo Human Papilloma Virus alla spirocheta della frambesia, la malattia della pelle simile alla lebbra. Allora si verificò che il contatto pelle-pelle che favoriva il diffondersi della malattia cutanea frambesia fu interrotto dal cambiamento di costumi.
Anche i contadini poveri poterono ad un certo punto avere disponibilità di più capi di lana e non furono costretti a dormire nudi a contatto fra loro per proteggersi dal freddo. La spirocheta non scomparve, ma proprio per il principio per cui tutti gli organismi viventi, virus e batteri compresi, tendono alla propria sopravvivenza, la spirocheta trovò il modo di sopravvivere aggredendo l’uomo attraverso le mucose genitali.
La promiscuità sessuale ed il rapido spostamento di grandi moltitudini di uomini legati alle attività degli eserciti favorì lo sviluppo della sifilide. Questa malattia è provocata, secondo la tesi da noi sostenuta, dalla stessa spirocheta che causava la frambesia, ma il cui contagio avviene tramite le mucose genitali e non attraverso la pelle.
Tornando all Human Papilloma Virus noi sappiamo che, tra i più di 90 sottotipi, alcuni aggrediscono la cute, altri le mucose (genitali, orali, laringee), altri ancora entrambi i tessuti. Ciascun tipo virale tende alla propria sopravvivenza, ma secondo me esiste una forte competizione tra i vari sottotipi per cui se alcuni sono favoriti dalle circostanze tendono a soppiantare gli altri. E’ come se anche in questo caso l’interesse individuale di ciascun sottotipo di HPV si sottoponesse ad un interesse più grande: quello della sopravvivenza dell’HPV in senso lato.
La prevalenza di un sottotipo rispetto ad un altro è determinata non solo dalla suscettibilità dell’ospite (abbiamo visto come uno stesso individuo possa essere infettato contempora-neamente da tipi cutanei e genitali), ma sono piuttosto le abitudini di vita a favorire un tipo virale rispetto ad un altro.
In alcuni luoghi pubblici ad alta concentrazione di popolazione gli esseri umani soggiornano coperti molto parzialmente (piscine, palestre, spiagge). In assenza di altri contatti promiscui la cute, specie quella dei piedi e delle mani, viene a contatto con i virus presenti nell’ambiente e, se infetta, è a sua volta sorgente di contaminazione ambientale.
L’acqua delle piscine e delle docce provocando una certa macerazione cutanea, favorisce l’aggressione virale; col tempo molte persone (non tutte!) hanno capito che per prevenire il contagio bisogna indossare dei sandali e fare comunque molta attenzione a dove ci si appoggia.
L’aggressione cutanea da parte dei tipi virali a ciò selezionati diventa meno facile e la contaminazione ambientale da parte di questi ceppi si riduce di conseguenza. Aumentando la promiscuità sessuale aumenta la possibilità per i sottotipi genitali dell’HPV di aggredire l’uomo attraverso le mucose. Questo meccanismo è alla base della attuale epidemia di condilomatosi genitale.
La virulenza dello Huma Papilloma Virus si estrinseca in lesioni che possono essere tollerate anche a lungo prima che gli individui colpiti sentano la necessità di sottoporsi a visita e terapia.
In questo periodo i soggetti infetti contagiano altri loro simili attraverso i rapporti sessuali o disseminando il virus nell’ambiente.
La contaminazione ambientale avviene per lo più in quei luoghi dove l’uomo soggiorna quasi nudo e dove acqua o sabbie caldo-umide possono facilmente venire a contatto con le mucose infette.
Potremmo supporre che solo le donne, le cui mucose vulvari possono venire più direttamente a contatto con sabbia od acqua, siano in grado di contaminare l’ambiente. In realtà anche l’uomo può essere sorgente di virus.
Abbiamo visto come molti dei partner delle donne affette da condilomatosi genitale risulti positivo alla ricerca del DNA virale effettuata su campioni di urine.
Per comprendere la capacità inquinante di un uomo portatore dello Human Papilloma Virus o di altro microrganismo basta osservare quello che accade, da un punto di vista igienico, nei percorsi bagni-docce-piscine-spiaggia.
Data la facilità con cui uomini e donne infette possono contaminare ambienti sovraffollati risulta più comprensibile come una donna virgo possa infettarsi di condilomatosi genitale.
A questo punto vorrei fare un’osservazione che ritengo estremamente importante: anche ammettendo che tutto ciò che avviene nel mondo dei virus sia solo frutto di un caso e non di un complesso di leggi e relazioni a cui anche l’uomo è sottoposto, il numero dei casi possibili è smisurato sia per l’altissimo tasso di mutazione di virus già noti, sia per la possibilità del salto di specie di un altrettanto grande numero di virus presenti nella riserva animale.
L’azione e le abitudini dell’uomo selezionano tra le innumerevoli possibili varianti virali proprio quelle correlate a tali comportamenti per cui ogni nuova malattia virale umana più che il frutto di un caso è il risultato dei comportamenti dell’uomo.
Questi determinano le circostanze di tempo e di luogo favorevoli all’emergere e diffondersi del virus.
Secondo il filosofo buddista T’ien-T’ai le cause di sofferenza degli uomini sono dovute ai tre veleni di avarizia, collera e stupidità (o ignoranza). L’avarizia genera carestia e fame, la collera competizione e guerra, la stupidità (o ignoranza) la malattia. E’ da stupidi o ignoranti non riconoscere le vere cause di una malattia infettiva.
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