#128 L’INARRESTABILE EPIDEMIA DI SUICIDI
L’epidemia di suicidi continua inarrestabile ed è entrata nelle statistiche delle cause di morte come una fra le tante (tumori, incidenti stradali, omicidi, etc..) senza che il fenomeno venga considerato eccezionale.
L’aumento numerico continua inarrestabile tant’è che, come abbiamo visto nel precedente post, il numero di suicidi ha superato nel 2002 il numero dei morti per guerre o crimine violento[1].
Viceversa rispetto alle caratteristiche dell’epidemia, già a suo tempo individuate, non vi sono grandi differenze semmai solo l’esacerbazione di alcune delle categorie più drammatiche.
L’assoluta volontà suicida rimane evidente nel caso del ragazzo di 15 anni che in Russia nel settembre 2018 si è suicidato tagliandosi la testa con una motosega. Il caso rientra anche nella categoria delle spiegazioni assolutamente superficiali in quanto l’adolescente si sarebbe tolto la vita per aver perso una partita al videogame. Sempre nella stessa categoria troviamo il caso dell’uomo che sulla superstrada Sora-Frosinone si è decapitato in un modo davvero ingegnoso – perverso. L’uomo ha legato un filo d’acciaio al palo di un segnale stradale, lo ha avvolto poi intorno al collo con un cappio facendolo passare prima attraverso il finestrino della propria auto. Quando è partito a tutta velocità la decapitazione è stata istantanea. Il corpo e la testa dell’uomo sono stati ritrovati all’interno dell’auto, in una scena definita raccapricciante.L’assoluta volontà suicida trasferita alla cultura americana ha indotto una ragazza 19enne ad ingaggiare sul web un killer 23enne, a fornirgli lei stessa la pistola con il quale il ragazzo l’ha uccisa con un colpo alla nuca. Poco prima del fatto la ragazza aveva assunto una dose di eroina potenzialmente letale.
Un altro episodio potrebbe essere inquadrato nella categoria dell’assoluta volontà suicida anche se un profiling potrebbe dare una spiegazione più articolata. Un romano di 44 anni vola a Bangkok entra in un popolare centro commerciale e si suicida gettandosi dal sesto piano.
La categoria dei suicidi che si verificano nella stessa famiglia è sempre molto rappresentata. Una ragazza di 18 anni si suicida gettandosi da un ponte quindici anni dopo la madre; in realtà quest’ultima aveva già cercato di portare con sé la figlia che all’epoca dei fatti aveva 3 anni, non ci era riuscita ma, 15 anni dopo, la figlia ha ritenuto giusto raggiungerla. Sicuramente nella categoria dei suicidi nella stessa famiglia rientra quello dei due gemelli di 55 anni residenti a Gallicano nel Lazio, gettatisi dal cavalcavia dell’A24 nel maggio del 2018.
Rappresentata è anche la categoria dei patti suicidi o comunque di quei suicidi fra persone tra loro legate da amicizia e non altrimenti spiegabili. Dopo il suicidio di Miss Gran Bretagna e di quello del fidanzato 5 giorni dopo il funerale della prima, nei successivi 20 giorni si suicidano due fratelli, amici d’infanzia della coppia. Permane inalterato il dato rappresentato dall’abbassamento dell’età dei suicidi, suicidi infantili, tra i quali semmai si evidenzia l’attualità delle odierne motivazioni: bullismo per una bambina di 10 anni in Inghilterra più precisamente a Worchester; tentativo di suicidio fortunatamente non riuscito. Adattissima alla TV del dolore è il caso della bambina di 10 anni che si toglie la vita in Messico nel “dias de Reyes[1]” pensando di fare un regalo alla madre che le diceva sempre “vorrei che non fossi mai nata”. Bullismo, coming out, suicidi infantili e patti suicidi si intrecciano in un crescendo di perversione e dramma nel suicidio di due ragazzine Maddisen e Sofia di 11 anni del Nord Dakota (Devils lake) innamorate l’una dell’altra e per questo sottoposte a bullismo da parte dei loro compagni di scuola. Il divieto di usare il cellulare non poteva mancare tra i motivi dei suicidi infantili: Even, 9 anni, Bronx di New York. Sarebbe stato Instragram, con le sue immagini “orribili” ed “angoscianti”, a detta della madre, che avrebbe indotto al suicidio una bambina di 11 anni a Bradford in Inghilterra; il fatto che prima del suicidio compiuto gettandosi dal un ponte la piccola Ursula avesse commesso atti di autolesionismo sembrerebbe non aver più di tanto preoccupato la madre che, a nostro parere, ha trovato più facile tirare in ballo Instagram per un gesto così estremo.
Invariata la categoria delle madri suicida che portano con sé anche i loro geni trascinando nella morte i propri figli. A Roma, nel fiume Tevere si getta una neomamma con i due figli gemelli di 4 mesi.
Nel tentativo di fermare la figlia che sta per gettarsi dal 12° piano insieme alla nipote di 8 anni. La madre/nonna viene trascinata giù ed in questo modo vengono eliminate tre generazioni. Sempre per eliminare i figli prima di suicidarsi una quarantottenne della Valle d’Osta per suicidarsi ed uccidere i figli utilizza un’iniezione letale approfittando della propria esperienza da infermiera
Suicidi preceduti dall’omicidio dei figli vengono compiuti anche dagli uomini, così a Francavilla prima di suicidarsi gettandosi da un viadotto, il padre getta giù la figlia di 12 anni.
Quando la vita viene percepita come male non è un caso che si scelga l’ospedale per suicidarsi. L’ultimo caso è avvenuto all’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Il suicidio è talmente comune che può essere inscenato per coprire un omicidio e specie in casi di suicidi commessi da individui che in quel momento erano in compagnia di altre persone c’è sempre il sospetto che in realtà si sia trattato di omicidio. Esempio è il suicidio della ragazza napoletana di 18 anni che precipitò dal sesto piano del palazzo dove abitava. Inizialmente si pensò si trattasse di omicidio ma il gip ha riaperto il caso indagando tre sue amiche.
Nel testo Il Virus Intelligente abbiamo spiegato l’epidemia di suicidi con un meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa a sua volta legato all’origine genetica della depressione e della tendenza al suicidio: man mano che popolazione cresce aumenta il numero di individui geneticamente predisposti a depressione e suicidio. Certamente spiegare un fenomeno così diffuso e drammatico come quello dell’epidemia di suicidi con un meccanismo mutuato dal mondo animale è una scelta molto forte e come tale tutt’oggi rifiutata forse perché troppo angosciante. Non ci risulta tuttavia che al fenomeno sia stata data nessun’altra spiegazione, anche come semplice ipotesi, anzi l’epidemia di suicidi non viene considerato proprio nel suo aspetto epidemico ma tutt’al più si dà ad ogni singolo episodio una spiegazione di volta in volta diversa.
[1] Festa dei Three Kigs Day, popolare festa messicana che si celebra il 6 gennaio durante la quale le famiglie si scambiano i regali.
[1] Nel 2002 su 57 milioni di morti, solo 172 mila individui sono deceduti in guerra e 569 mila sono morti per crimine violento, totale 741 mila vittime; 873 mila persone si sono suicidate. (fonte: The World Health Report 2004, Word Health Organization, 124. Dati acquisiti il 10 dicembre 2010 https://www.who.int/whr/2004/en/report04_en.pdf
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