#20 Suicidi (Il Male di Vivere I Parte)
Suicidi
(Il Male di Vivere I Parte)
E già la parte inferiore del ventre veniva ormai raffreddandosi, quando [Socrate] si scoperse il volto che già era stato coperto e disse ancora queste parole (le ultime da lui pronunciate): “O’ Critone, dobbiamo un gallo ad Asclepio; dateglielo, e cercate di non dimenticarvene”[1].
(Platone, Fedone LXVI)
Per la nostra tesi “angeli ribelli” sono anche e soprattutto i geni del suicidio, ma la vastità e la complessità del fenomeno epidemia di suicidi è tale che abbiamo ritenuto opportuno dedicarvi un capitolo a parte.
Che il suicidio sia uno dei fattori di regolazione della popolazione e che agisca con un meccanismo a retroazione negativa su base genetica, legato dalla sovrappopolazione, è molto difficile, ma non impossibile, da sostenere e soprattutto da dimostrare.
Esaminando il fenomeno nella sua complessità vediamo delle caratteristiche del tutto nuove rispetto al passato:
- I suicidi sono in netto aumento sia in senso assoluto che percentuale[2].
- In chi lo attua c’è spesso un’assoluta volontà suicida.
- Anziché riprovazione e sgomento il suicidio fa tendenza e spinge molti all’emulazione.
- Le “spiegazioni”dei suicidi, specie quelle date dagli psichiatri, sono tutte diverse, legate più al singolo caso che non al fenomeno nel suo complesso, manca cioè uno studio epidemiologico del fenomeno.
- I “motivi” che spingerebbero al suicidio sono tali e tanti, spesso in contrasto tra loro, da far pensare che in realtà le motivazioni siano altre e soprattutto sia più importante cercare una spiegazione per il fenomeno nel suo complesso piuttosto che per ogni singolo caso.
- Gli unici dati certi sono quelli genetici legati alla depressione.
- Più casi di suicidio si verificano nella stessa famiglia.
- Oltre all’assoluta volontà suicida, c’è spesso la volontà altrettanto assoluta di eliminare oltre ai propri geni anche quelli da sé prodotti (figli) o quelli di chi ha contribuito a produrli (consorte).
- Patti suicidi fra più persone fanno pensare ad un fenomeno collettivo più che a singoli casi individuali.
- L’utilità del suicidio è così ufficialmente riconosciuta che qualche stato americano permette di effettuarlo con l’assistenza pubblica.
- Dal punto di vista epidemiologico il fenomeno suicidio trova riscontri e coincidenze nel mondo animale.
- L’età dei suicidi si abbassa sempre di più cioè si suicidano individui sempre più giovani.
- Il suicidio viene utilizzato in campo militare non più come nel passato come estremo rifiuto dei vinti di soggiacere ai vincitori[3], ma come efficacissima arma d’offesa su cui basare tutta la strategia di guerra .
- Negli ultimi anni il suicidio è diventato un fenomeno di costume così diffuso da potersi a ragione parlare di una vera e propria cultura del suicidio.
Il dato più evidente ed uno dei pochissimi sicuri è l’aumento assoluto del numero dei casi suicidi.
Da alcuni anni l’aumento è costante e, limitando l’osservazione all’Europa, riguarda paesi come l’Inghilterra, la Francia ed il Portogallo, in vetta alla classifica, e paesi in fondo alla stessa come l’Italia. Tale incremento è dovuto sia all’ingresso, nel calcolo, di categorie come quella di giovani e giovanissimi, finora scarsamente rappresentate, sia all’aumento percentuale dei suicidi in gruppi, come quello dei detenuti, dove il suicidio era quasi “normale”.
In Italia, nella fascia di età al di sotto dei 21 anni, il suicidio è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali.
Rispetto a tutti i suicidi, tra l’84 ed il ’94, nella fascia di età tra 18 e 29 anni si è avuto un aumento dal 6.9 al 9.5% e dallo 0.5 all’1.7% nella fascia 0 -18 anni.
In America, tra i giovanissimi, il suicidio è la prima causa di morte. In Francia il fenomeno ogni anno provoca 3000 morti in più rispetto agli incidenti stradali con un incremento assoluto del 9% dal ’91 al ’94.
Nel 1997 e 1998 in Italia si sono suicidate più di nove persone al giorno, nel 1999 più di otto, nel 1995 a Roma 166 persone.
[1] Socrate, in punto di morte, considera il proprio suicidio una guarigione dal male di viveree come tale chiede ai suoi amici di fare un sacrificio ad Esculapio (Asclepio per i greci), Dio della Medicina.
[2] Nelle varie classi di età e di “categorie” dei suicidi.
[3] Un esempio per tutti, quello della setta ebraica degli Zeloti. Ribellatesi ai Romani ed assediati da questi ultimi nella fortezza di Masada, nel deserto del Sinai, dal 70 al 73 d.C., quando si resero conto che i loro nemici stavano per espugnare la città, gli Zeloti si suicidarono in massa. Per fare ciò estrassero a sorte dieci di loro col compito di uccidere tutti gli altri; i dieci rimasti sorteggiarono fra loro chi avrebbe dovuto uccidere gli altri nove per poi suicidarsi. Quando la Decima Legione di Flavio Silva entrò finalmente nella rocca coi suoi 10.000 uomini trovò 960 cadaveri. Dei 967 abitanti erano sopravvissuti due donne e cinque bambini: decisi a non morire si erano nascosti nei sotterranei della fortezza e raccontarono le modalità del suicidio di massa.
Continua in :
2°) Suicidi (Il Male di vivere Seconda parte)
3°) Suicidi (Il Male di vivere Terza parte)
4°) Suicidi (Il Male di vivere Quarta parte)
5°) Suicidi (Il Male di vivere Quinta parte)
6°) Suicidi (Il Male di vivere Sesta parte)
7°) Suicidi (Il Male di vivere Settima parte)
8°) Suicidi (Il Male di vivere Ottava parte)
9°) Suicidi (Il Male di vivere Nona parte)
10°) Suicidi (Il Male di vivere Decima parte)
11°) Suicidi (Il Male di Vivere Undicesima parte)
12°) Suicidi (Il Male di Vivere Dodicesima parte)
13°) Suicidi (Il Male di Vivere Tredicesima parte)
14°) Suicidi (Il Male di vivere Quattordicesima parte)
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16°) Suicidi (Il Male di Vivere Sedicesima parte)
17°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciassettesima parte)
18°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciottesima parte)
19°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciannovesima parte)
20°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventesima parte)
21°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventunesima parte)
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