Leonardo Da Vinci e il Codice Arundel
Possiamo trovare queste intuizioni e scoperte in uno dei codici di Leonardo Da Vinci.
In Disputa pro e contra le leggi di natura (codice Arundel; 1478-1518) Leonardo scrive:
“La natura essendo vaga e pigliando piacere del creare e fare continue vite e forme, perché conosce che sono accrescimento della sua terreste materia, è volonterosa e più presta col suo creare che ‘l tempo col suo consumare, e però ha ordinato che molti animali sieno cibo l’uno de l’altro, e non sodisfacendo questo a simile desidero, spesso manda fuori certi avvelenati e pestilenti vapori e continua peste sopra le gran moltiplicazioni e congregazioni d’animali, e massime sopra gli omini che fanno grande accrescimento, perché altri animali non si cibano di loro, e tolto via le cagioni, mancheranno gli effetti”.
Che cosa significano queste parole? Leonardo Da Vinci predisse alcune realtà scientifiche prima che esse venissero scoperte da scienziati moderni nell’ultimo secolo.
Analizziamo alcune di queste parole per una più profonda comprensione, dividendo la frase in due parti:
1. da “La natura essendo vaga..” al “che ‘l tempo con il suo consumare…”
2. da “…e però ha ordinato che molti animali…” a “…tolto via le cagioni, mancheranno gli effetti”.
Leonardo definisce la natura con l’aggettivo vaga. Il dizionario etimologico dice che vaga deriva dalla parola latina vagus “errante” e, in senso figurativo incerto, incostante, volubile (ad esempio fare il vago).L’etimologia dice anche che vaga significa desideroso, anzi entusiasta. Questo è un modo poetico per anticipare e sottolineare le parole successive pigliando piacere.
Usando il verbo conosce e l’aggettivo volenterosa Leonardo da alla natura: vita e intelligenza. Questo ci fa capire che per Leonardo da Vinci Dio è la natura stessa con tutte le sue leggi. Tutti gli elementi della natura, compresi i virus, partecipano dunque della sua intelligenza.
Esaminiamo ora l’incredibile significato della frase successiva è più presta col creare che il tempo col suo consumare. In pratica Leonardo vuol dire: nelle popolazioni animali, e particolarmente nell’uomo, quando due individui di sesso diverso si accoppiano generano in media due discendenti; i discendenti si accoppiano e generano a loro volta due o più discendenti. Prima che i progenitori (animali o uomini), siano morti, si sono generate quattro o più creature della stessa specie. Questo causa una naturale tendenza di ogni specie animale ad accrescersi.
Questa legge fu affermata da David Lack con il suo libro “The natural regulation of animal number” pubblicato a New York nel 1954 per i tipi della Oxford at Clarendon Press.
Mentre Lack si riferisce solo agli animali Leonardo Da Vinci, molti secoli prima, aveva capito che questa legge si riferiva anche all’uomo, come vi spiegherò più avanti.
Si noti come quel “tempo col suo consumare” sia denso di significati, uno di questi significati è l’anticipazione della scoperta del citato David Lack del 1954, dove lo studioso stabilisce che il tasso di natalità negli animali è superiore al tasso di mortalità per cui c’è una naturale tendenza all’accrescimento in ogni specie animale. Incredibilmente molti anni prima nel 1500 Leonardo aveva già scoperto questo principio. La scoperta di Leonardo è in realtà la profonda spiegazione scientifica delle parole della Bibbia “crescete e moltiplicatevi”.
“…e però ha ordinato che molti animali sieno cibo l’uno de l’altro, e non soddisfacendo questo a simile desidero, spesso manda fuori certi avvelenati e pestilenti vapori e continua peste sopra le gran moltiplicazioni e congregazioni d’animali, e massime sopra gli omini che fanno grande accrescimento, perché altri animali non si cibano di loro, e tolto via le cagioni, mancheranno gli effetti”.
Cosa significano le successive parole di Leonardo Da Vinci “e però ha ordinato che molti animali sieno cibo l’uno dell’altro”? Questo significa che la natura come un Dio cerca di evitare la sovrappopolazione degli animali e soprattutto degli uomini, stabilendo che esse si cibino l’uno dell’altro. Ancora una volta Leonardo anticipa un’altra legge scientifica: la legge di Volterra del 1926 che stabilisce una stretta correlazione tra il numero di predatori e quello delle rispettive prede. Leonardo aveva capito che vi era un tempo quando questa legge si applicava anche agli uomini. La regolazione del numero delle popolazioni animali basata sul sistema predatori e prede, scoperta dal matematico italiano Volterra nel 1926, non è più efficace negli uomini che fanno grande accrescimento perché altri animali non si cibano di loro.
Dunque Leonardo Da Vinci aveva anche intuito le conseguenze per l’uomo della scomparsa dei grandi predatori del passato.
Alcuni credono che i grandi predatori del passato abbiano lasciato un ricordo nell’inconscio collettivo dell’uomo. Per me la favola del lupo cattivo che mangia cappuccetto rosso e sua nonna ma alla fine viene ucciso dal cacciatore è la memoria dei grandi predatori che nel passato mangiavano l’uomo
Anche i grandi dinosauri nella forma mitologica-fantastica dei draghi sono il ricordo dei grandi predatori dell’uomo.
Come ha potuto Leonardo aver capito ancora una volta anticipato all’inizio del 1500 il problema della sovrappopolazione umana? Questa domanda mi lascia semplicemente senza fiato.
Ma ritorniamo alle parole di Leonardo: È non soddisfacendo questo a simile desidero: Leonardo Da Vinci comprende che il sistema predatori e prede non era più sufficiente nel regolare il numero degli esseri umani.
Così Leonardo dice: [la natura] manda fuori certi avvelenati e pestilenti vapori e continua peste sopra le gran moltiplicazioni e congregazioni di animali, e massime sopra gli uomini che fanno grande accrescimento.
Con queste parole Leonardo anticipa la funzione delle epidemie come regolatrici della popolazione umana. Gli scienziati hanno iniziato a parlare della funzione dell’epidemie come regolatrici della popolazione animale solo nel 1925, con il lavoro di Charles Sutherland Elton “Plagues and the regulation of numbers in wild mammals”. Ma è solo nel 1993 che il concetto di una funzione ecologica di virus e batteri, come regolatrici della popolazione umana, divenne universalmente accettato con il lavoro di Robert May: “Ecology and evolution of host-virus association” pubblicato nel famoso libro di Stephen S. Morse “Emerging Viruses”.
Ciò che mi stupisce di più è che quando Leonardo Da Vinci scrisse Disputa pro e contra la legge di natura nessuno conosceva l’esistenza dei batteri o dei virus. La teoria di germi come causa di malattie infettive fu proposta da Girolamo Fracastoro solo nel 1546 e ci vollero più di altri 300 anni prima che questa teoria fosse universalmente accettata.
Infine, la frase con cui Leonardo spiega le leggi di natura perché altri animali non si cibano di loro e tolto via le cagioni mancheranno gli effetticoincide incredibilmente con la base della filosofia-religione buddista cioè la legge di causa ed effetto.
A questo punto possiamo concludere con una curiosità; che Leonardo fosse considerato un grande filosofo ce lo dice addirittura Benvenuto Cellini.
Ad esprimere questo giudizio a Cellini fu addirittura il Re di Francia Francesco I, alla cui corte Leonardo Da Vinci passò gli ultimi anni della sia vita.
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