LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

“TIRESIA: Il male, anche s’io taccio, esito avrà.” ^[1] .

Con queste parole l’indovino Tiresia, personificazione dell’intelletto della natura “divina”, si rivolge ad Edipo, manifestazione dell’effimero scibile umano, travalicatore dei limiti imposti, seppur inconsciamente.

Ma cosa accadrà se la condizione umana, avvezza al tutto lecito, oltrepasserà coscientemente l’ordine delle cose?

Abbiamo già largamente esposto la teoria del sistema di regolazione a feedback genetico (retroazione genetica o retroazione negativa), secondo la quale la natura, tendendo all’omeostasi genetica, mantiene l’equilibrio mediante dei fattori di regolazione della popolazione. Fra questi fattori, abbiamo annoverato anche l’omosessualità, uno degli espedienti della natura per cercare di arrestare la crescita esponenziale della popolazione umana [2].

Passati alla recente cronaca, i fatti di una coppia americana di donne omosessuali con sei figli adottivi. Nonostante i bambini siano stati adottati, pertanto non sono stati introdotti nuovi individui nella popolazione, a logica del feedback genetico, già l’aver adottato ben 6 bambini, denota un tentativo di sopraffazione delle leggi della natura, nonché la volontà di perseguire un’attività di lucro tramite il business dell’adozione. ^[3] Ma quanto accaduto, palesa l’impossibilità di eludere il meccanismo del feedback negativo, che è intervenuto con modalità diverse.

Le due madri si sono gettate da una scogliera a bordo del loro Suv, in cui viaggiavano anche i sei figli, tutti morti nell’impatto. Secondo le indagini, il delitto era stato premeditato dalle due donne, che avevano drogato i figli somministrandogli una massiccia quantità di Benadryl ed effettuato ricerche in internet che lasciano trasparire con chiarezza le intenzioni suicide-omicide.

Due adulte che hanno scelto consapevolmente la via della morte, e sei giovani ragazzi che ne hanno subito irrazionalmente le conseguenze: una “strage degli Innocenti”, potremmo definirla, un’uccisione multipla al pari dell’omonimo episodio biblico narratoci da Matteo, in cui caddero vittime dell’ostilità di Erode il Grande, re della Giudea, “tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù” ^[4]. Lo spietato sovrano, infatti, temendo che il suo potere potesse venire usurpato dal neonato Gesù, della cui nascita era stato informato dai Magi, decise di eliminare tutti gli ipotetici antagonisti, seppur palesemente innocenti.

In entrambi i casi personalità dispotiche, l’uno il re della Giudea, le altre madri severe, che hanno ucciso coloro sui quali detenevano la propria influenza: ma se nel primo caso si tratta di un monarca assetato di potere, nel secondo caso, cosa avrebbe spinto le due donne al gesto estremo?

Madri suicide che hanno deciso di trascinare con sé anche i propri figli, in un omicidio-suicidio di cui non ci interessa individuare le cause specifiche – presunta depressione per una visita dagli assistenti sociali? Dal nostro punto di vista questa sarebbe un’ipotesi superficiale e limitante – ma lo osserviamo nella più vasta cornice del feedback genetico o a retroazione negativa.

[1] “Τειρεσίας: ἥξει γὰρ αὐτά, κἂν ἐγὼ σιγῇ στέγω.” Sofocle, Edipo Re, Classici Feltrinelli v.341

Così l’indovino Tiresia tenta di sfuggire le domande di Edipo, ancora ignaro di essere colpevole della peste che sta sconvolgendo la città di Tebe: egli infatti, “Si rivelerà essere per i propri figli fratello e, al tempo stesso padre, della donna da cui ebbe la vita figlio e insieme sposo, del padre di cui avrà condiviso la stessa moglie assassino.” (vv.457-460)

[2] Il ruolo dell’omosessualità nel sistema di regolazione a feedback genetico è approfondito nel post “Gay si nasce” de “Il Virus Intelligente”.

[3] Secondo quanto riportato dal New-Express, emergerebbe che le donne percepissero del denaro dallo stato del Texas, oltre $2,000 al mese, per mantenere i figli adottivi.

L’utilizzo dei bambini a scopo di lucro è riportato nel post “La fabbrica dei bambini” de “Il Virus Intelligente”.

[4] Vangelo secondo Matteo 2:16