Gay si nasce
Perciò Aristotele prescrive che chi ha 54 anni non debba più mettere al mondo dei figli, sebbene, per la sua salute o per qualche altra ragione, possa continuare a praticare il coito……. Ora la natura non può, dal canto suo, negare il fatto che sta alla base della prescrizione di Aristotele, non può nemmeno eliminarlo. Infatti conseguente al suo principio fondamentale natura non facit saltus , essa non può arrestare bruscamente la secrezione spermatica dell’uomo, ma deve procedere anche qui come in ogni inaridirsi, un graduale deterioramento. La procreazione durante questo periodo, però, metterebbe al mondo uomini deboli, ottusi, infermi e di corta vita. ……….. Ciò che qui si è detto della procreazione nell’età declinante vale anche per quella nell’età immatura. …….Il suo unico scopo è la conservazione dell’individuo, ma soprattutto della specie, nella maggiore perfezione possibile. ……Come conseguenza di questa precauzione della natura, di solito si trova, all’incirca nell’età indicata da Aristotele una lieve e graduale tendenza alla pederastia, tendenza che diviene sempre più netta è più decisa a mano a mano che diminuisce la capacità di generare figli forti e sani. ……Anche presso i greci, …….troviamo che l’amante viene di solito rappresentato come anzianotto dagli scrittori, soprattutto dai filosofi, in modo particolare da Platone ed Aristotele.
È particolarmente degno di nota, questo riguardo, un passo di Plutarco nel Liber amatorius : “L’amore per i ragazzi, che è un amore [1] spurio e occulto, sorge in età avanzata e scaccia quello genuino e originario” [1]. ……perfino tra gli dei troviamo che soltanto i più vecchi hanno degli amanti, per esempio Zeus ma non Marte, Apollo, Bacco e Mercurio. ………
Da questa esposizione risulta che, mentre il vizio preso in esame sembra agire direttamente contro i fini della natura, in realtà esso agisce proprio a tali fini, in quanto mezzo per prevenire mali peggiori.
Si tratta infatti di un fenomeno presente sia nella fase della vita dell’uomo in cui la capacità procreativa è in declino sia in quella in cui tale capacità è ancora immatura; entrambe tali fasi costituiscono un pericolo per la specie ma, quantunque tutte e due, per motivi morali, dovrebbero arrestarsi, pure su ciò non si poteva contare, perché in generale la natura, nel suo agire, non prende in considerazione ciò che è propriamente morale. Perciò la natura, messa alle strette dalle sue proprie leggi, si appigliò, mediante la perversione dell’estinto, a un espediente, uno stratagemma……….
A questo punto viene logica la domanda: come possono le intuizioni di Schopenhauer avvalorare la tesi che anche l’omosessualità rappresenti un meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa che la natura escogita per cercare di arrestare la crescita esponenziale della popolazione umana ?
Il filosofo tedesco parla infatti di pederastia, amore degli adulti per gli adolescenti e ai nostri giorni i rapporti sessuali con i minori rientrano nell’ambito della pedofilia, sono considerati illegali e vengono sanzionati dalla legge[2].
Iconograficamente l’omosessuale non viene mai rappresentato come un anziano o un giovinetto; piuttosto, se su Internet facciamo una ricerca di immagini con la parola chiave “gay”, troviamo per lo più foto di giovani aitanti e muscolosi nel pieno della maturità sessuale.
Ma allora perché mentre ai tempi di Aristotele, e ancora in quelli di Schopenhauer, la natura doveva impedire la procreazione ad individui anziani o troppo giovani “preoccupata” del fatto che un eventuale prodotto del concepimento sarebbe stato difettoso ed ora invece utilizzerebbe l’istinto omosessuale per impedire la procreazione ad individui il cui prodotto del concepimento, sempre secondo le tesi di Aristotele e Schopenhauer, non potrebbe che essere perfetto? La risposta è ovvia : attualmente la popolazione non è certo quella dei tempi di Schopenhauer e meno che mai dei tempi di Aristotele: essa il 31 ottobre 2013 ha raggiunto sette miliardi di individui e la sua crescita esponenziale non sembra accennare ad arrestarsi. È logico dunque ipotizzare che, come abbiamo già scritto nei post già pubblicati e come ribadiremo sempre con il concetto degli “angeli ribelli”, la natura percependo il pericolo legato alla sovrappopolazione tenti di arrestarne la crescita anche con il meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa dell’omosessualità. A mano a mano che la popolazione umana aumenta nascono individui con la predisposizione genetica all’omosessualità e che quindi possono essere spinti da tale istinto a non procreare.
Si badi bene come abbiamo precisato trattarsi di predisposizione genetica all’omosessualità per cui coloro che nascono con tale istinto non sono obbligati a seguirlo. Che si tratti di una predisposizione forte, ma comunque di una predisposizione, lo dicono gli stessi scienziati che hanno studiato la genetica dell’omosessualità.
Da ciò discende un’altra conseguenza, estremamente importante sul piano etico. Assecondare i geni della depressione e del suicidio significa danneggiare se stessi (e forse anche coloro che amavano il suicida e che dalla sua morte hanno ricavato un grande dolore); assecondare i geni dell’aggressività inspiegata significa danneggiare gli altri, in modo spesso irreparabile (omicidi); assecondare i geni dell’omosessualità non produce nessun danno agli altri (ovviamente parliamo di maggiorenni consenzienti) ma entrare in un meccanismo a feedback genetico o retroazione negativa con cui la natura, insieme agli altri meccanismi a retroazione negativa, tenta di arginare la crescita esponenziale della popolazione umana e di impedire dunque la fine della vita sul pianeta terra.
Potrebbe essere questo, ancorché inconscio, il motivo della crescente simpatia che la comunità gay riscuote all’interno dalla società e dello stesso orgoglio omosessuale (gay pride)?
[1] ο παιδικοξ ερωξ, και γεγονωξ, και παρ’ ώραν τω βιω, νωθοξ και σκοτιοσ, εξελαυνει τον γνεσιον ερωτα και πρεσβυτερων, (puerorum amor , qui quum tarde in vita et intempestive, quasi spurius et occultus , exstitisset, germanum et natu majorem amorem expellit “
[2] Ben diversamente da quello che abbiamo visto, con Aristotele, avvenire a Creta dove le leggi favorivano l’omosessualità in genere, compresa la pederastia, come mezzo per contenere la sovrappopolazione.
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