Gay si nasce o si diventa ?
I primi studi sul legame tra regioni del genoma umano e orientamento sessuale del maschio risalgono al 1993 e furono portati avanti da Dean Hamer[1],[2] e collaboratori del National Institutes of Health di Bethesda, nel Maryland.
La regione interessata si trova sul cromosoma X ed è chiamata chiamato Xq28.
Dopo un primo entusiasmo, l’anno 1995 ha segnato l’inizio della fine dell’ottimismo per il cromosoma Xq28 come indicatore di omosessualità maschile[3]. In quell’ anno la rivista Scientific American ha pubblicato un articolo che menzionava i dubbi della comunità scientifica sulle genetica dell’omosessualità. Inoltre, uno studio ha contraddetto i risultati di Hamer e Scientific American ha riferito che era “stato accusato di irregolarità di ricerca ed era sotto inchiesta da parte dell’Ufficio Federale di Research Integrity,”; l’accusa fondamentale rivolta ad Hamer era di aver escluso alcune coppie di fratelli con geni che contraddicevano la sua scoperta.
La ripresa degli studi su legami tra genetica ed omosessualità si ha nel 2005 quando sul cromosoma 8 fu scoperta una nuova regione collegata all’orientamento sessuale e denominata 8q12.
Ma è solo nel 2014 che è stato pubblicato, a cura di Alan Sanders del North Shore Research Institute di Evanston- Illinois, il più grande studio su fratelli gay[4] che avrebbe fornito la prova definitiva sull’origine genetica dell’omosessualità maschile.
Per capire la portata di questo studio basta pensare che mentre per quello di Hamer furono reclutate 40 coppie di fratelli, Sanders in cinque anni ha raccolto campioni di saliva e sangue da 409 coppie di fratelli omosessuali, tra cui gemelli non identici, da ben 384 famiglie.
In linea con le tesi sostenute nel libro “Il Virus Intelligente” non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare l’origine genetica dell’omosessualità.
Sicuramente più difficile è dimostrare che anche l’omosessualità rientri nei meccanismi a feedback genetico o retroazione negativa come conseguenza della, e rimedio alla, sovrappopolazione .
Quando stavamo ultimando la prima stesura del libro eravamo incerti se inserire anche l’omosessualità tra i meccanismi a feedback genetico o retroazione negativa. Se abbiamo soprasseduto non è stato tanto per timore di reazioni ideologiche da parte della comunità gay quanto perché abbiamo riflettuto sul fatto che i tempi non erano ancora maturi e che le nostre tesi sarebbero state difficili da comprendere. Fino a pochi anni fa affermare l’origine genetica dell’omosessualità significava considerare il gay un malato, affetto cioè da una tara genetica ; attualmente sono gli stessi gay, in particolar modo se medici o scienziati, a riconoscere il legame tra geni ed omosessualità[5].
Inoltre è lo stesso Alan Sanders, autore del recente studio sul legame tra geni ed omosessualità, ad affermare che i geni predispongono alla scelta dell’orientamento omosessuale su cui incidono tuttavia anche fattori ambientali.
Per cui, considerando l’omosessualità fra i meccanismi a feedback genetico o retroazione negativa, la scelta di assecondare tale predisposizione genetica sarebbe in un certo senso etica perché senza danneggiare se stessi[6] o gli altri[7], avrebbe come effetto quello di limitare la sovrappopolazione cioè di arginare la crescita esponenziale ed abnorme della popolazione umana.
Ma, poiché quest’ultima tesi è particolarmente difficile da spiegare e soprattutto da sostenere, andiamo per gradi.
[1] Hamer DH(1), Hu S, Magnuson VL, Hu N, Pattatucci AM. A linkage between DNA markers on the X chromosome and male sexual orientation. Science. 1993 Jul 16;261(5119):321-7.
[2] Hu S(1), Pattatucci AM, Patterson C, Li L, Fulker DW, Cherny SS, Kruglyak L, Hamer DH. Linkage between sexual orientation and chromosome Xq28 in males but not in females. Nat Genet. 1995 Nov;11(3):248-56.
[3] Marshall E. NIH’s “gay gene” study questioned. Science. 1995 Jun 30;268(5219):1841
[4] A. R. Sanders, E. R. Martin, G. W. Beecham, S. Guo, K. Dawood, G. Rieger, J. A. Badner, E. S. Gershon, R. S. Krishnappa, A. B. Kolundzija, J. Duan, P. V. Gejman and J. M. Bailey. Genome-wide scan demonstrates significant linkage for male sexual orientation. Psychological Medicine, 2014 Nov 17:1-10.
[5] Sentiamo in effetti le parole asciutte ma in qualche modo commoventi di un medico gay che ha partecipato allo studio su genetica e omosessualità: «come medico, riconosco l’importanza di promuovere la scienza attraverso la ricerca legittima. Come uomo gay, ho saputo che la mia sessualità non è mai stato una scelta, ma non ho potuto spiegare a me stesso o a chiunque altro come sono diventato in questo mondo:genetica e influenze ambientali sembrava logico. Questo studio è un tentativo di rispondere alla parte genetica della questione. I risultati possono fornire la convalida per gli uomini omosessuali che hanno posto le stesse domande che ho posto io . possono migliorare l’autostima di tanti uomini che hanno chiesto “perché proprio a me”….si sono sentiti ostracizzati ..sottoposti a pregiudizi ….lasciati fuori ….demonizzati ….o peggio. Tali risultati potrebbero forse cambiare le menti di coloro che credono che l’omosessualità sia una scelta piuttosto che qualcosa di predeterminato».
[6] Come nel caso del meccanismo a retroazione a feedback genetico o retroazione negativa rappresentato dal suicidio
[7] come nel caso del meccanismo feedback genetico retroazione negativa rappresentato dall’aggressività umana intraspecifica
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