Virus Emergenti 5°

Anche la specie umana dunque, sarebbe pronta ad attuare in caso di pandemia,  da virus emergenti, a mortalità elevatissima, il meccanismo a feedback genetico. In questo modo tutti gli individui suscettibili al patogeno (virus emergente) morirebbero ed a sopravvivere sarebbero soltanto quelli geneticamente resistenti al virus (virus emergenti). Questo ovviamente presuppone l’ammissione della già citata teoria espressa da David Pimentel: “virus e batteri che attaccano un animale od una pianta che vivono a lungo non evolvono verso tipi ad alta riproduttività e più grande patogenicità[1]” ed ancora “la spinta dell’evoluzione è verso tipi riproduttivi che diano un’economia bilanciata di domanda ed offerta tra specie predatrici e specie predate[2]”.

La molteplicità di filovirus passati dalle scimmie all’uomo come virus emergenti permette il funzionamento di alcuni meccanismi che regolano l’omeostasi nell’ecosistema.

A questo punto un’altra domanda da porsi è perché ciò sia avvenuto.La risposta è semplice ma molto interessante. Noi non sappiamo se le scimmie portatrici dei filovirus siano l’ospite primario. Probabilmente no. Sta di fatto che quando gli uomini le utilizzano in maniera massima (20 mila all’anno solo negli Stati Uniti, ma nel 1960 erano 200 mila) creano delle condizioni artificiali di sovraffollamento tra popolazioni di primati che favorisce la virulenza del virus:“più trasmissibile rendiamo un virus più questo diventa virulento”. Tutti i casi di epidemie di Ebola e Marburg, scoppiate in Europa ed America si sono verificati in luoghi (stabilimenti di quarantena) dove le scimmie erano ammassate in condizioni di sovraffollamento.

Quest’ultima condizione è sempre stata, sia in natura sia in laboratorio e per tutte le specie animali (uomo compreso), una delle prime cause della insorgenza di epidemia. Ovviamente, quando a seguito dell’infezione le scimmie portatrici muoiono o vengono eutanizzate, i virus, che come tutti gli altri organismi tendono alla propria sopravvivenza, passano a nuovi ospiti più a loro portata: gli uomini. Per quanto riguarda invece la riserva animale dei filovirus non sappiamo assolutamente quale possa essere l’ospite primario (pipistrelli, ragni, zecche). Viceversa abbiamo probabilmente localizzato, con quasi assoluta certezza, la sede od almeno una delle sedi di questa riserva. Si tratta della Kitum Cave alle pendici del monte Elgon in Kenia: essa si trova in posizione strategica tra gli epicentri di epidemia di Ebola-Zaire ed inoltre due delle vittime del Marburg virus avevano visitato il luogo pochi giorni prima di presentare i sintomi della malattia.

La caverna è abitata da un numero grandissimo di specie animali diverse: elefanti, bufali cafri, gatti selvatici, scimmie di varie specie, roditori, pipistrelli ragni, zecche, pulci. Ognuno di questi animali potrebbe essere il serbatoio originale del Marburg e degli altri filovirus.

La caverna risale a sette milioni di anni fa quando un’eruzione trasformò in pietra un’intera foresta. A parte la suggestione che un tale luogo evoca, quasi fosse l’utero preistorico della madre terra, è indubbio che la natura “non accetta intrusioni in tali luoghi[3]”.

[1] Pimentel D. Animal population regulation by the genetic feedback mechanism. Am Nat (XCV)881:67-79.1961.

[2] Pimentel D. Op e pag.cit.

[3] Nel film Virus Letale c’è una scena che mi ha molto colpito. Quando il protagonista (Dustin Hoffman) arriva nel villaggio in preda all’epidemia, oltre alla scena da Apocalypse Now che si presenta ai nostri occhi, su di una collinetta sovrastante il villaggio uno sciamano sta praticando strani riti. La guida locale spiega che lo stregone sta cercando di placare gli spiriti maligni adirati con l’uomo perché quest’ultimo ha violato la Foresta Sacra.

Segue in : 

7) Virus Emergenti 6°

Vedi anche:

1. Virus Emergenti
2. Virus Emergenti 2°
3. Virus Emergenti 3°
4. Virus Emergenti 4°