Profezie e Previsioni V : Macchiavelli
Si dice che la mente umana sia utilizzata solo in minima parte e che se lo fosse al cento per cento rivelerebbe capacità sorprendenti. Una di queste è la capacità di predire il futuro. In questo senso occorre fare una netta distinzione tra capacità di riconoscere i presagi e “dono divino” della profezia.
Nel primo caso, si tratta di una capacità, l’intelligenza di Macchiavelli, tutta umana di intuire il significato dei segni che precedono sempre i grandi avvenimenti.
Per quanto considerate assolutamente scientifiche e legate a parametri certi e misurabili, le previsioni metereologiche e quelle dei sismografi, relative ai terremoti, non vanno molto in là nel tempo e non sempre sono attendibili.
Molti, come abbiamo visto, sostengono che nessun modello matematico o computerizzato possa dirci quali sorprese ci riservano i cambiamenti climatici.
La mente umana ed in particolare quella di individui illuminati che, come diceva Macchiavelli, hanno compassione dei propri simili, potrebbe essere in grado di capire con largo anticipo il significato dei segni premonitori. Rimanendo in un ambito strettamente scientifico, un fenomeno come una catastrofe naturale ha un inizio molto precoce nel tempo e prima che si realizzi nella sua drammatica compiutezza, potrebbe richiedere molti anni; l’”intelligenza” di individui particolari potrebbe captare il fenomeno nella sua fase più iniziale e mossa non da interesse economico, ma dal desiderio di risparmiare sofferenze e lutti, avere la capacità di anticiparne la futura evoluzione.
Purtroppo, le sorprese su questa terra sono per lo più spiacevoli e non è mai avvenuto che ci siano state epidemie di guarigioni da una particolare malattia (ad esempio da epidemie di peste), né che il cibo sia salito spontaneamente sulle tavole, magari con coltello e forchetta incorporati come in certi quadri di Bosch.
La preveggenza di certi uomini li trasforma, dunque, in profeti di sventure e come tali sono per lo più inascoltati.
Ciò non toglie che taluni abbiano avuto e forse hanno tuttora la capacità di riconoscere i “presagi”, cioè gli aspetti primitivi di un fenomeno che, dopo giorni, mesi od anni dal suo primo manifestarsi come presagio, si evidenzierà in tutta la sua completezza con effetti spesso disastrosi (Profezie e Previsioni)
Uno dei primi a riconoscere l’esistenza di segni premonitori di ogni grande avvenimento e della capacità di alcuni uomini a riconoscerli fu, come abbiamo visto, Nicolò Macchiavelli. Da uomo moderno, precursore del metodo scientifico, egli afferma di non sapersi spiegare come la previsione di eventi futuri possa essere possibile, tuttavia proprio da scienziato egli si dimostra aperto a qualunque ipotesi anche a quelle che la scienza dell’epoca non sapeva spiegare. Questa operazione è possibile al Macchiavelli in quanto uomo del Rinascimento, periodo storico che vede al centro di ogni metodo scientifico l’uomo e la sua mente. Nel Rinascimento il pensiero dell’uomo e le sue intuizioni avevano altrettanto valore di qualsiasi dimostrazione scientifica.
L’impossibilità di sperimentare il reale in tutti i suoi aspetti lungi da essere un limite, spingeva il Macchiavelli ed i suoi contemporanei ad affrontare qualunque tema riguardasse l’uomo e quindi anche le capacità profetiche di alcuni di essi.
Il Macchiavelli, pur non sapendosi spiegare come, non può disconoscere che esistano uomini od avvenimenti in grado di anticipare le cose future: per lo studioso dell’epoca la mancanza di una teoria esplicativa non autorizza a negare, in quanto antiscientifico, l’evidenza dei fatti.
E’ innegabile per chiunque che intuizioni di filosofi e scienziati, non dimostrabili con alcun metodo scientifico dell’epoca in cui erano state concepite, si siano rivelate vere dopo migliaia di anni: si pensi solo a quegli “animalia minuta” o “bestiolae” con cui Marco Terenzio Varrone Reatino aveva anticipato di quasi duemila anni la scoperta dei batteri(1).
Resta a questo punto da scoprire se quelle intelligenze di cui parla il Macchiavelli siano qualcosa di umano o di divino. L’autore del “Principe” non ci viene in aiuto in questo senso perché, pur avendo dato al fenomeno una spiegazione “naturale”, parla pur sempre di “segni celesti” e di “cose soprannaturali”.
(1)animalia quaedam minuta, quae non possunt oculis consequi, et per aera intus in corpus per os ac per nares perveniunt, atque efficiunt difficiles morbos.: minuscoli animali, che non sono visibili ad occhio nudo, i quali entrano nel corpo attraverso la bocca e le narici e causano serie malattie. Marco Terenzio Varrone Reatino Rerum rusticarum (1, 12, 2) 37 aC
Segue in :
6) Profezie e Previsioni 6: Nostradamus
9) Profezie e Previsioni: Pio XII
10) Cambiamenti Climatici
Vedi anche:
1) Profezie e Previsioni Parte Prima
4)Aumento CO2 ed Aumento Temperatura
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