Effetto Serra
(Profezie e Previsioni Parte Seconda)
L’Economia, novello Vitello D’Oro dei tempi moderni, ha spazzato dall’Olimpo ogni altra divinità. Soggiogata all’economia la scienza comincia a mostrare isolati segni di insofferenza e tra alcuni scienziati, suoi sacerdoti, serpeggia già la ribellione.
A differenza dei seguaci della “New Age” che auspicano un improbabile ritorno al passato, alcuni scienziati credono ancora, con fede sincera, alla loro religione e vedendo altri colleghi servi dell’economia, provano rammarico e desiderio di ribellione. Sempre più numerose dall’interno sono le critiche mosse all’imparzialità della scienza e soprattutto ai reali benefici che le sue applicazioni tecnologiche possono apportare all’umanità. Uno dei campi in cui queste “critiche dall’interno” sono più forti e coraggiose è quello dell’ambiente. Già da qualche tempo si parla molto di effetto serra.
Nell’atmosfera, oltre all’ossigeno, è presente vapore acqueo, anidride carbonica e, in misura minima, metano e protossido d’azoto. Questi gas impediscono all’energia radiante del sole di essere completamente refratta dalla terra realizzando il cosiddetto effetto serra: l’intrappolamento nell’atmosfera di una parte dell’energia radiante solare. Fino ad oggi l’effetto serra aveva una funzione essenzialmente positiva: senza di esso infatti, la temperatura sulla terra sarebbe inferiore di 10 gradi centigradi. Con l’aumento dell’emissione di anidride carbonica dovuto all’utilizzo di combustibili fossili, petrolio, carbone e gas naturali, l’effetto serra aumenta e con esso la temperatura terrestre.
Responsabili dell’emissioni di anidride carbonica sono per il 23% gli USA, 22% la UE, 28% i Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi poveri molte delle emissioni di anidride carbonica sono dovute al sistema “taglia e brucia”: la necessità di sempre nuovi terreni da coltivare spinge i contadini poveri a bruciare le foreste per trasformarle in campi fertili.
Il disastro della nube di fuoco che per mesi ha coperto l’intera Indonesia è stato, appunto, la conseguenza dell’incendio di numerose foreste di Sumatra e Borneo.
L’aumento della temperatura diventa a sua volta responsabile dei cambiamenti climatici e delle relative conseguenze di questi ultimi anni: uragani, tifoni, maremoti e piogge di violenza eccezionale rispetto al passato, si susseguono a ritmo incessante.
La nuova Guinea coperta dalle gigantesche onde del maremoto Tsunami, lo Yang-Tze in piena, el Niño con le sue alluvioni in Europa e siccità improvvise in Brasile, Indonesia ed Africa Centrale sono fenomeni sempre più frequenti in questi ultimi anni.
Per dare un’idea della loro eccezionalità e portata, basta pensare che il 60% dei premi assicurativi, pagati nel 1997, riguardavano vittime di disastri naturali. “Cosa sarebbe successo se i milioni di alluvionati dello Yang-Tze fossero stati assicurati?” – si sono chiesti Lloyd di Londra e Suisse Reassurance di Ginevra. La conseguenza più importante dell’aumento della temperatura è rappresentata tuttavia dallo scioglimento dei ghiacciai e dal conseguente innalzamento del livello del mare.
La tragedia del Titanic ne è un’eloquente metafora. Costruita all’inizio del secolo scorso come la nave più grande e più sicura di tutti i tempi, essa rappresentava la massima sfida dell’uomo e del progresso alla natura. Così come i Titani, sconfitti da Giove, vennero precipitati giù dal cielo, il Titanic, sconfitto dalla natura nelle forme di un gigantesco iceberg, venne precipitato nel fondo dell’Oceano.
Da allora sono passati molti anni, il XX° secolo è finito, ma solo oggi la metafora del Titanic esprime tutto il suo valore predittivo. Evidenze dello scioglimento dei ghiacciai ci sarebbero dovunque, dall’Antartide all’Himalaya, dalla Groenlandia alle Dolomiti. Iceberg grandi due volte la Liguria si potrebbero staccare, da un momento all’altro, dalla zona del Polo Sud indicata come Larsen B.
Come conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai, il livello del mare aumenterebbe al ritmo di due millimetri l’anno: città come Venezia, New York, arcipelaghi come le Maldive, potrebbero nel futuro scomparire, sommersi dalle acque.
I cambiamenti climatici repentini determinano nel mondo animale la scomparsa di specie utili come uccelli e rane, divoratrici di insetti, e la proliferazione di specie dannose. Parassiti, come zecche e zanzare, si moltiplicano ovunque e diventano così aggressivi da trasformarsi in temibili killer dell’uomo. Come nella Londra del 1600, in alcune città del mondo è ritornato l’allarme topi: a New York il sindaco Rudolph Giuliani dopo aver applicato nei confronti dei roditori, in crescita vertiginosa, il suo metodo della tolleranza zero, ha infine ammesso di essere stato sconfitto ed attualmente nella metropoli americana si calcolano dagli otto ai nove topi[2] per abitante.
Le colonie di coralli, considerate le più grandi forme viventi esistenti, dopo centinaia di migliaia di anni di lavoro per costruire i loro scheletri calcarei, muoiono in conseguenza dell’aumento della temperatura del mare al di sopra dei 20°. Metafora del futuro sulla terra il rosso, il giallo, il verde, tutti i meravigliosi colori del corallo, scompaiono.
[1] A New Orleans il leggendario quartiere francese è devastato da milioni di termiti “formosane”. Quest’ultime sono capaci di distruggere le strutture storiche della città, scavando tunnel nell’intonaco, la plastica, l’asfalto, perfino nei cavi dell’alta tensione e nelle macchinette del caffè.
Segue in :
4)Aumento CO2 ed Aumento Temperatura
5)Profezie e Previsioni 5 : Macchiavelli
6) Profezie e Previsioni 6: Nostradamus
9) Profezie e Previsioni: Pio XII
Vedi anche:
1) Profezie e Previsioni Parte Prima
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