Scioglimento dei ghiacciai
Le ultime notizie degli scienziati parlano dello scioglimento sempre più veloce della calotta polare( scioglimento dei ghiacciai). Due studiosi americani al rientro di una spedizione artica hanno trovato, al posto della prevista calotta di 2 metri, un sottile strato di ghiaccio frangibile senza la minima difficoltà. La cosa è ancor più sorprendente se si pensa che, fino a sei mesi prima, la calotta era ancora integra e questo lascia supporre che il riscaldamento della temperatura stia provocando lo scioglimento dei ghiacciai ad una velocità nettamente superiore alle previsioni. Quello che gli scienziati hanno trovato è un mare interno di circa un miglio di diametro nella zona che circonda il centro del Polo, sorvolato da un folto stuolo di gabbiani che si cibavano di plancton; quest’ultimo ha potuto proliferare grazie al filtraggio dei raggi solari attraverso il ghiacciaio sottile, fornendo cibo e sostentamento per i volatili.
Tutti ciò è quantomeno inusuale dato che le temperature solite del Polo Nord, non consentono a queste specie di vivere a simili latitudini. Secondo James McCarty, oceanografo di Harvard e membro della spedizione, si tratta di segni inconfutabili del fatto che il globo terrestre sta subendo un velocissimo riscaldamento per colpa dell’effetto serra, causato dall’inquinamento.
Alcuni mesi fa un gruppo di scienziati norvegesi aveva già pronosticato che l’effetto serra avrebbe portato allo scioglimento dei ghiacci del Polo entro la fine del secolo. “Stavolta, però, deve suonare davvero un campanello d’allarme: l’ultima volta che il Polo si è sciolto è stato nell’Eocene” – ha detto McKenna, il paleontologo dell’American Museum di Natural History di New York, anch’egli partecipante alla spedizione – “Questo è sicuramente il preludio a profondi stravolgimenti ambientali che il nostro pianeta, forse, non è preparato a sostenere”.
La sempre maggior frequenza con cui pezzi enormi di blocchi di ghiaccio si staccano dalle piattaforme polari confermano questi scenari catastrofici futuri.
La metafora del Titanic[1] sta diventando dura realtà. L’ultimo in ordine di tempo è l’iceberg C-16, una massa di ghiaccio 10 volte più grande dell’isola di Manhattan, staccatasi dalla Piattaforma di Ross nell’Antartide. Le dimensioni sono di 48 chilometri per 18.4. La zona in cui si è formato l’iceberg, situata nella parte dell’Antartico più vicino all’Australia e Nuova Zelanda, è una delle due zone del continente in cui si è registrato il più forte incremento di distacco dei ghiacci.
Profezie e previsioni di Nostradamus coincidono con le previsioni dei moderni scienziati: identico è il margine di incertezza circa i tempi e le caratteristiche quantitative e qualitative dei futuri eventi.
Diverso è il metodo scientifico utilizzato. Nostradamus si dichiara ispirato da Dio attraverso (per) astronomiche osservazioni. Egli usa un metodo, l’astronomia, ritenuto a quell’epoca valido, così come gli attuali scienziati usano la meteorologia che, come abbiamo visto, non è assolutamente a prova di errori. Gli stessi modelli computerizzati non sono più attendibili.
Ciò che a noi interessa è che Nostradamus nel 1500 e gli attuali scienziati nel 2000 parlano di pericoli futuri di siccità ed inondazioni. Difficile e contraddittorio è stato ed è l’utilizzo di queste previsioni. Per quanto le numerose catastrofi naturali di questi ultimi tempi farebbero pensare alla loro esattezza, molto più problematico sembra essere il diffondere a tutti gli uomini la consapevolezza dei rischi futuri contenuti nelle profezie così come nelle previsioni.
[1] Il naufragio del Titanic a causa di un iceberg è stato da noi utilizzato come metafora della superbia e della superficialità dell’uomo nello sfidare ad oltranza la natura. In quel caso l’uomo superbo naufragava, veniva cioè inabissato dalla natura da lui sfidata.
Un’altra metafora, relativa allo scioglimento dei ghiacciai, causato dall’innalzamento della temperatura, è quella del ritrovamento di scheletri nei punti delle Alpi dove il ghiaccio si sta sciogliendo. Dopo il ritrovamento delle postazioni scavate dagli italiani nella roccia, lungo le pendici della Marmolada, e la “città del ghiaccio” realizzata dai Kaiserjaeger, nella prima guerra mondiale, il 21 agosto del 2000 uno scheletro di un soldato morto in quel periodo è affiorato dal ghiacciaio dell’Adamello in Trentino. Nel settembre del 1999, sul ghiacciaio trentino della Presanella, era venuto alla luce un altro scheletro di soldato, con tanto di cappello ed equipaggiamento. L’anno prima altri due scheletri, uno appartenente ad un soldato italiano, l’altro ad uno dell’esercito austro-ungarico, erano stati trovati nella stessa zona. Lo scioglimento dei ghiacci, ci mostra in metafora il futuro del pianeta: uno scheletro!
Segue in :
9) Profezie e Previsioni: Pio XII
Vedi anche:
1) Profezie e Previsioni Parte Prima
4)Aumento CO2 ed Aumento Temperatura
5)Profezie e Previsioni 5 : Macchiavelli
6) Profezie e Previsioni 6 : Nostradamus
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