Il Peccato Originale (1° parte)
L’avventura dell’uomo sul pianeta terra inizia col Peccato Originale, cioè con l’evoluzione da scimmia antropomorfa ad Homo erectus[1],[2] passando per le tappe di Australopithecus africanus [3] ed Homo habilis [4].
Un demone, un gene, piccolo frammento di Dna comparso casualmente nel patrimonio genetico degli ominidi, permise tale evoluzione che filosoficamente può essere considerato un “peccato originale”
Non conosciamo il meccanismo con cui l’azione del demone-gene[5] favorì tale processo: forse fu attraverso lo sviluppo di una particolare attitudine all’espressione vocale e quindi alla comunicazione fra simili (vedi nota 4); forse fu l’influenza di un fattore esterno, la famosa mela[6] della Genesi, cibandosi della quale l’encefalo dei nostri progenitori si sviluppò più di quello di ogni altro animale ed essi acquisirono la conoscenza del bene e del male.
In ogni caso fu il demone-gene a spingere i nostri antenati a cibarsi di quel frutto e come tale fu “portatore di luce”, cioè di consapevolezza e di conoscenza. Fino ad allora i nostri avi avevano vissuto in beata incoscienza nel “Paradiso Terrestre”, cibandosi senza fatica dei frutti e della vegetazione degli alberi, partorendo i propri cuccioli con relativa facilità. Al pari degli altri animali essi non potevano far altro che obbedire alle leggi della Natura-Dio.
Commesso il Peccato Originale, evolutosi cioè ad homo sapiens, l’uomo inizia un’avventura che progressivamente lo allontana dal destino di tutti gli altri esseri viventi.
Grazie al suo encefalo straordinariamente sviluppato, le zampe anteriori libere si trasformano in mani, strumenti dotati di straordinaria abilità con i quali costruire armi, arnesi da lavoro, pellicce per difendersi dal freddo.
Così evoluto si organizza in bande e riesce ad avere la meglio sui predatori che, superiori in mole e forza fisica, si cibavano di lui e lo terrorizzavano.
Con le nuove capacità intellettive e la straordinaria abilità manuale diventa cacciatore e riesce a procurarsi quel tipo di cibo, proteine in gran quantità, di cui il suo encefalo ha bisogno, trasformandosi da vegetariano ad onnivoro.
Grazie a queste qualità per l’uomo inizia una crescita numerica che raggiungerà il suo culmine negli ultimi due secoli. Il Paradiso Terrestre, le foreste equatoriali africane da cui origina, gli diventa insufficiente ed egli è costretto a lasciarlo, “cacciato”[7] a causa dell’alto prezzo da pagare per questa evoluzione.
Fino a quel momento le sue uniche fatiche erano quelle di raccogliere il cibo e fuggire i predatori ed egli trascorreva la maggior parte del suo tempo trastullandosi in una beata incoscienza.
“Dopo” (dopo il peccato originale” dovrà faticare non poco per procurarsi da mangiare e, con l’avvento dell’agricoltura e la nascita dei primi agglomerati urbani, tale fatica diventerà quotidiana, tanto che mentre prima lavoro e riposo erano imposti dalle leggi Naturali, ora il tempo del riposo, Domenica: Giorno di Dio, dovrà essere creato ed insieme dovrà crearsi un Dio a cui attribuire la responsabilità di tale Creazione.
Mille dubbi ed angosce sono scaturiti dalla raggiunta consapevolezza ed oltre ad accorgersi di essere nudi, Adamo ed Eva, simboli dei nostri avi, si accorgono di essere soli a dover sopportare il peso della conoscenza.
Per rendere tale peso più sopportabile i nostri progenitori inventano le religioni e con esse un Dio o degli Dei su cui proiettare le proprie angosce e da cui derivare l’autorità per far rispettare “Leggi Divine” dall’uomo stesso create[8].
Per Eva, simbolo della femmina della nuova specie, nascono altri problemi: l’asinclitismo del bacino, conseguenza dell’acquisita stazione eretta, e le grandi dimensioni dell’encefalo e dunque del cranio del nascituro, rendono il suo parto difficile e doloroso.
Nel frattempo[9], con la comparsa nella specie umana dell’aggressione mortale intraspecifica, l’uomo diventa per sé stesso un predatore più temibile dei più temuti predatori del passato.
Nonostante ciò, la specie umana continua nel corso dei secoli a crescere e moltiplicarsi, fino ad arrivare ai nostri giorni quando compaiono e si intensificano fenomeni apparentemente inspiegabili per un animale che col Peccato Originale si è voluto emancipare da ogni Legge Naturale e progressivamente, specie negli ultimi secoli, dalle “Leggi Divine” da lui stesso create.
La comparsa di sempre nuove epidemie virali, la rapida crescita dell’aggressività intraspecifica umana e l’epidemia di suicidi non hanno alcuna apparente spiegazione se studiati da un punto di vista antropocentrico.
Come potremmo, da questa ottica, spiegarci il fatto che l’Uomo divenuto Dio, emancipatosi cioè da ogni Legge Naturale e/o Divina, uccida i propri simili, i propri figli e sé stesso e soggiaccia impotente ad epidemie di nuovi Virus così come nel passato era decimato dalla peste?
Per capire occorre fare un passo indietro: ipotizzando, così come abbiamo fatto, che fu un gene a determinare il processo evolutivo dei nostri avi da Australopithecus africanus ad Homo erectus[10], quale vantaggio ha tratto quel gene da tale evoluzione? quale vanntagio ha tratto l’uomo tentando di emanciparsi dalle Leggi della Natura-Dio con il ” peccato originale” ?
[1] Ed infine all’attuale Homo sapiens sapiens.
[2] Comparso circa un milione e mezzo di anni fa l’erectus imparò ad accendere il fuoco, ad impastare terre argillose con acqua ma soprattutto iniziò a vagare sulla terra. Fu dunque l’erectus a lasciare il Paradiso Terrestre.
[3] L’Australopithecus prima tappa di questa evoluzione, era solo un ominide. Tra lui e l’(habilis)-erectus passano quattro milioni di anni.
[4] L’homo habilis era in grado di utilizzare strumenti rudimentali, costruiti da lui stesso in pietra, e realizzava rifugi e nascondigli con i materiali offerti dalla natura. Aveva inoltre un cervello del 50% più grande di quello degli australopitechi e con area cerebrale di Broca, è https://it.wikipedia.org/wiki/Area_di_Broca quella che sovraintende il linguaggio, tanto sviluppata da aver improntato in maniera evidente i crani appartenuti agli esemplari giunti fino a noi. Da questa minuscola parte dell’organo cerebrale riusciva ad emettere suoni comprensibili. Fu lui dunque ad “inventare il linguaggio” ed è forse questo che intende la Bibbia quando dice: “ed il verbo si fece carne”.
[5] Nella Genesi si parla di un Serpente ma questo è sempre stato individuato col Diavolo o Demone.
[6] Ci sia consentito, in questa sede, di non addentrarci nell’argomento.
[7] Recenti scoperte di crani di ominidi, avvenute a Dmanisi in Georgia ed annunciate nel luglio 2002 sulla rivista Science, porterebbero ad ipotizzare che il cervello dei nostri progenitori che uscirono dall’Africa per avventurarsi in Europa ed Asia fosse molto più piccolo di quanto finora ritenuto (600 cc contro gli 850-1000 dell’erectus). Questa possibilità nulla toglie alla nostra teoria del demone-gene perché, secondo i due ricercatori che hanno scoperto i nuovi crani, se non fu l’aumento della massa cerebrale ha spingere i nostri avi ad abbandonare l’Africa, l’impulso a spostarsi verso nuove terre era scritto nel nostro Dna fin dalle origini.
[8] Qualunque cosa l’uomo possa escogitare o fare, rimane immodificabile il peso dell’oscurità fondamentale della vita, di quell’origine animale e dal mistero da cui proveniamo.
[9] Con Caino (καινω = uccido –in greco ) e Abele.
[10] E successivamente ad Homo sapiens sapiens.
Segue in :
2.Il Peccato Originale 2° parte
3. La coscienza della morte come effetto del Peccato Originale (3° Parte)
4. La coscienza della morte come effetto del Peccato Originale (4° Parte)
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