# 23 Suicidi (Il Male di Vivere IV Parte)
Suicidi
(Il Male di Vivere IV Parte)
Tornando alle nostre tesi dobbiamo dimostrare, esaminando le caratteristiche del fenomeno, che il suicidio oltre ad avere una base genetica, sia uno dei fattori di regolazione di popolazione.
Iniziando dai numeri dei suicidi, notiamo che il carattere epidemico è tanto più drammatico se, ai suicidi cosiddetti ufficiali, si aggiunge il drammatico aumento dei cosiddetti “suicidi mascherati”. Si tratta per lo più di “prove di coraggio” tra adolescenti tali da sfociare spessissimo in tragedia. Col tempo, infatti, queste prove si trasformano in giochi del caso dove quest’ultimo, come nei casinò, ha sempre il vantaggio del banco. L’antesignano di questi suicidi mascherati fu James Dean nel film cult “Gioventù bruciata”.
Lì tuttavia, oltre il coraggio c’era almeno l’alibi dell’abilità del pilota. Sopravviveva ed aveva diritto a riprodursi il più coraggioso, ma anche il più abile. Fu lo stesso Dean a dimostrare il carattere suicida di tali prove, morendo nella realtà, in un incidente d’auto, da molti indicato come un vero e proprio suicidio.
Nelle attuali prove di coraggio le probabilità che vinca la morte sono tutte a favore di quest’ultima.
Parlando ad un vertice sulle patologie psichiatriche emergenti fra gli adolescenti, il Dr. Mauro Ferrara dell’Università di Roma spiega: “tra gli adolescenti un 10-15% passa momenti di disagio più o meno gravi. La maggior parte riesce a farcela da solo, ha le risorse per superare le difficoltà. Un 2-3% è davvero affetto da patologia depressiva grave o da disturbi comportamentali. Per una piccola percentuale, una o due su mille, parliamo di suicidio reale o mascherato. Di quell’incidente che, una volta analizzato, mostra avere pochi elementi di vera casualità”.
Purtroppo non tutti gli esperti sono così chiari nell’accettare e descrivere la realtà: alcuni si ostinano a negare l’evidenza nascondendosi dietro complicati ragionamenti mentali.
Prendiamo il caso dell’adolescente di un paesino vicino Reggio Calabria, quindici anni da compiere pochi giorni dopo, intelligente, studioso, ben integrato tra compagni di scuola ed amici, famiglia tranquilla, morto giocando alla roulette russa.
Alcuni giorni prima dell’incidente, il ragazzo, chiacchierando con i compagni di scuola, domanda loro se verranno al suo funerale e spedisce una lettera ad un’amica manifestando l’intenzione di suicidarsi.
Il giorno fatidico si chiude nella sua camera ed accende lo stereo a tutto volume; ha con sé una Smith & Wesson in cui ha inserito un solo proiettile. Scrive un biglietto allo zio augurandogli di laurearsi con 110 e lode. Un’altra lettera è per il fratello più piccolo: dovrà completare il proprio volume di poesie e trovare un editore.
Segue la spiegazione di ciò che sta per fare: premere il grilletto cinque volte puntando la pistola alla tempia, se dopo il quinto tentativo non sarà morto, vorrebbe fare il missionario. Termina lo scritto con una richiesta di perdono ed un generico “vi voglio bene” rivolti ai genitori. Poi dà via alla propria esecuzione.
Ogni volta che preme il grilletto annota l’orario e la frase “tutto bene”. Così è per le 17.15, le 17.20, le 17.25 poi più nulla.
La spiegazione di uno psicologo per la parte che a noi interessa, l’ennesimo tentativo di negare l’evidenza dell’assoluta volontà suicida, è questa: “Questo adolescente ha forse deciso non tanto di suicidarsi, ma di decidere lui quando effettuare l’incontro con la morte, dove, con quale strumento e quante possibilità di sopravvivere doveva lasciarsi”.
Sarebbe interessante chiedersi che cosa sarebbe successo se anche il quinto colpo fosse andato a vuoto. Siamo sicuri che non avrebbe premuto ancora il grilletto o di lì a qualche giorno non ci avrebbe riprovato così come successo tante volte?
A Verona ad esempio un altro adolescente, sempre con la roulette russa, ha dovuto premere il grilletto tre volte prima di suicidarsi. Di volta in volta sono stati chiamati in causa la separazione dei genitori, la noia, la televisione o una parola tanto banale da diventare feroce in casi come questo, il cosiddetto disagio giovanile.
Qualsiasi sistema può essere utile per un gioco di morte: attraversare i binari poco prima che passi il treno, fare surf sul treno in corsa, attraversare con il motorino incroci di notte a tutta velocità.
Tra tutto quanto è stato scritto al riguardo, ho trovato molto interessante l’articolo di Roberto Di Caro, sul settimanale l’Espresso del 17 Aprile 1997.
Tutte le varianti di sfida alla morte vengono definite un catalogo di idiozie, si va dalla classica corsa in città a duecento all’ora allo scontro frontale tra due auto munite di air bag. Ci si può lanciare per una stradina in discesa verso l’incrocio con una carreggiata a intenso traffico, ci si può sdraiare sui binari del treno o semplicemente lanciarsi dal tetto di un edificio alla guida di un motorino.
L’interesse dell’articolo sta nel rifiutare spiegazioni semplicistiche sulle cause di tali comportamenti; quando infatti, si parla di disagio giovanile nelle società avanzate, si dimentica che le corse sul tetto dei treni imperversano nel Brasile delle favelas, non meno che nel nostro ricco Nord Est.
L’articolo conclude sull’impossibilità della società occidentale di contenere, entro limiti razionali, l’aggressività innata dell’uomo.
Altri casi in cui, anziché uccidersi, si fa in modo di essere uccisi, non possono essere considerati dei suicidi mascherati, ma solo uno dei tanti modi di suicidarsi o l’espressione dell’assoluta volontà di suicidarsi. Comprendendo dunque nella nuova ondata di suicidi tutti i casi di suicidi mascherati, l’epidemia si presenta come una vera pandemia.
Segue in ;
5°) Suicidi (Il Male di vivere Quinta parte)
6°) Suicidi (Il Male di vivere Sesta parte)
7°) Suicidi (Il Male di vivere Settima parte)
8°) Suicidi (Il Male vi vivere Ottava parte)
9°) Suicidi (Il Male di vivere Nona parte)
10°) Suicidi (Il Male di vivere Decima parte)
11°) Suicidi (Il Male di Vivere Undicesima parte)
12°) Suicidi (Il Male di Vivere Dodicesima parte)
13°) Suicidi (Il Male di Vivere Tredicesima parte)
14°) Suicidi (Il Male di vivere Quattordicesima parte)
15°) Suicidi (Il Male di Vivere Quindicesima parte)
16°) Suicidi (Il Male di Vivere Sedicesima parte)
17°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciassettesima parte)
18°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciottesima parte)
19°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciannovesima parte)
20°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventesima parte)
21°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventunesima parte)
Vedi anche:
1) Suicidi (Il Male di Vivere Prima Parte )
2) Suicidi (Il Male di Vivere Seconda Parte )
3) Suicidi (Il Male di Vivere Terza Parte )
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