#29 Suicidi (Il Male di Vivere IX Parte)
Suicidi
(Il Male di Vivere IX Parte)
Quando il suicidio allargato degli uomini coinvolge i figli il “movente” è quasi sempre la separazione dalla moglie.
Un individuo particolarmente egoista e privo di senso morale e quindi poco incline alla depressione, può tranquillamente sopravvivere all’abbandono da parte della propria moglie semplicemente punendola con la sua morte o con quella dei propri figli senza suicidarsi, per cui la vera causa di un suicidio allargato non è l’abbandono, ma la depressione latente.
Secondo il criminologo Francesco Bruno, depressione e separazione, con conseguente contesa dei figli, sono alla base di molti suicidi allargati commessi dall’uomo. Neanche l’imminenza di un nuovo matrimonio evita questa tragedia, anzi la preoccupazione per le spese della cerimonia è chiamata in causa per l’ennesimo episodio.
In mancanza di una consorte-fidanzata, l’uomo commette il suicidio allargato sulla madre, la sorella handicappata, il fratello. In mancanza di parenti può andar bene un collega di lavoro o la padrona di casa di ottantuno anni.
Tutto sommato, anche nel campo del suicidio allargato in Italia siamo ancora dei bravi artigiani, molto legati alla famiglia. Niente a che vedere con le stragi compiute da aspiranti suicidi in tutto il mondo.
Una di queste è stata messa in atto in chiesa da una signora tedesca di quarantanove anni: durante la messa della notte di Natale, la donna ha fatto scoppiare due bombe a mano che portava legate alla cintura ed oltre sé stessa ha ucciso due fedeli, mentre altri tredici sono rimasti gravemente feriti.
Si è scoperto poi che la donna era sposata, ma da un anno separata dal marito, che aveva preso con sé la loro unico figlia di nove anni. La signora tedesca era da diverso tempo in trattamento psichiatrico per depressione.
In definitiva, l’unico fattore costante e dimostrato dei suicidi (allargati) è ancora una volta la depressione.
Altri casi di suicidi allargati sconfinano nella categoria dell’aggressività minorile perché prima di eliminare sé stesso il suicida elimina quante più persone può. L’autore è spesso uno studente, la tragedia si svolge a scuola, le vittime oltre al suicida sono suoi professori e compagni di classe. Gli episodi più famosi sono avvenuti a Denver (Colorado), 15 morti, ed ad Erfurt (Turingia-Germania), 18 morti.
Nell’attuale epidemia di suicidi esistono due particolari aspetti che in un caso sembrano confermare, nell’altro apparentemente negare l’importanza della depressione della genesi del fenomeno.
A favore della depressione sono i suicidi multipli nella stessa famiglia, contro i patti suicidi tra individui non consanguinei.
Eclatante il caso di due sorelle di ventitre e quarantatre anni uccisesi a distanza di ventiquattro ore l’una dall’altra.
Inizia la più giovane impiccandosi in una pensioncina romana. Studentessa modello, borsa di studio all’Università, il giorno precedente il suicidio era stato il primo di lavoro al CNR.
Unico elemento singolare, una passione sfrenata per i Nirvana, gruppo Rock, il cui leader Kurt Cobain è a sua volta morto suicida. Il giorno dopo la sorella più grande imita il gesto autodistruttivo scegliendo però i gas di scarico della propria auto.
A distanza di un anno l’uno dall’altro, si uccidono due giovani fratelli di Spoleto. Il secondo suicidio viene messo in atto in carcere, dove il giovane è detenuto per droga.
Preoccupato per una brutta caduta della moglie, nella pizzeria dove entrambi lavorano, un uomo di cinquantadue anni decide di chiudere il locale. Pochi mesi dopo, soffoca la consorte e si lancia nel vuoto: “ho dovuto farlo”, lascia scritto accanto al cadavere della donna. Salta fuori – pura casualità? – che un suo fratello si era suicidato tanti anni prima.
Il caso più inquietante riguarda tre suicidi multipli nella stessa famiglia. E’ la triste storia di Chiara, una ragazza di diciannove anni con problemi psichici. Vedeva fantasmi ovunque, era ossessionata da pensieri inquietanti, ha deciso di farla finita e per morire ha scelto lo stesso pozzo dove si erano tolti la vita prima la madre e poi il nonno. La madre si era suicidata dopo l’abbandono da parte del marito, il nonno dopo la morte della figlia. I parenti avevano taciuto alla ragazza la storia del pozzo e una zia nascondeva sempre la chiave del lucchetto che chiudeva un tombino posto sopra l’apertura. Dopo aver spiato i movimenti della zia, la ragazza si è impossessata della chiave, ha aperto il lucchetto e si è buttata nel pozzo profondo sette-otto metri.
A compiere il suicidio congiunto sono per lo più fidanzatini[1] ed il biglietto di addio scritto, od in qualche caso addirittura filmato, ha sempre lo stesso contenuto: liberatoria da qualsiasi responsabilità per i rispettivi genitori. Motivazione del gesto: il fatto che la vita non merita di essere vissuta.
Il suicidio congiunto-differito si confonde col suicidio per perdita: a Cortina un mese prima delle nozze lei, scozzese di ventidue anni, si impicca al poggiolo di casa usando il guinzaglio del cane. Una settimana dopo “disperato per la perdita”, lui, italiano di ventitre anni, esce a passeggio col cane e si impicca, sempre con lo stesso guinzaglio, al ramo di un abete.
Quando a compiere il suicidio congiunto non sono due partner ma, caso raro, una coppia di amici, in Italia si rimane comunque in una realtà provinciale.
In paesi tecnologicamente più avanzati come il Giappone[2] il patto suicida viene attuato attraverso Internet. La coppia di aspiranti suicidi si costituisce casualmente su un sito web che impartisce lezioni su come togliersi la vita. I due, un dentista di quarantasei anni ed una donna di venticinque, hanno deciso di “sperimentare” insieme, sulla propria pelle, una delle tecniche di suicidio apprese in rete.
[1] Coloro che hanno intorno ai cinquant’anni ricorderanno sicuramente la bella canzone “Albergo ad ore” in cui il cantautore italiano Fabrizio De André, racconta la sorpresa ed il dolore di un portiere di un albergo ad ore, nell’accorgersi che due giovani amanti, da poco saliti in camera, si sono suicidati. Fabrizio De André, in pieno “sessantotto”, aveva anticipato con la sua canzone la cultura del suicidio.
[2] La spiegazione del crescente numero di suicidi viene data in Giappone alla ripresa economica ancora deficitaria, ma il fatto reale è che nel 1999 il numero di persone che si è tolta la vita in quel Paese è stato di oltre trentatremila, una cifra record. La preoccupazione dei Giapponesi è data dall’alto numero di suicidi sulle linee ferroviarie se non altro per il fatto che ad ogni incidente fa seguito un blocco della linea stessa per svariate ore; il blocco, ripetuto più volte, causa un danno economico alla compagnia ferroviaria e per assurdo potremmo pensare che in questo modo i suicidi, aumentando la crisi economica di quel comparto, alimentano sé stessi. Il rimedio è tutto giapponese: montare nelle stazioni grandi specchi. Vedendo la propria immagine riflessa assicurano gli psicologi, chi vuole togliersi la vita ci ripensa prima di gettarsi sotto un treno. Gli specchi, alti 2 metri e larghi 1.5, sono stati montati dalla East Japan Railways nelle stazioni di Shinjuku e Ogkubo.
Segue in :
10°) Suicidi (Il Male di Vivere Decima parte)
11°) Suicidi (Il Male di Vivere Undicesima parte)
12°) Suicidi (Il Male di Vivere Dodicesima parte)
13°) Suicidi (Il Male di Vivere Tredicesima parte)
14°) Suicidi (Il Male di Vivere Quattordicesima parte)
15°) Suicidi (Il Male di Vivere Quindicesima parte)
16°) Suicidi (Il Male di Vivere Sedicesima parte)
17°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciassettesima parte)
18°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciottesima parte)
19°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciannovesima parte)
20°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventesima parte)
21°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventunesima parte)
Vedi anche:
1°) Suicidi (Il Male di Vivere Prima Parte )
2°) Suicidi (Il Male di Vivere Seconda Parte )
3°) Suicidi (Il Male di Vivere Terza Parte )
4°) Suicidi (Il Male di Vivere Quarta Parte )
5°) Suicidi (Il Male di Vivere Quinta Parte )
6°) Suicidi (Il Male di Vivere Sesta parte)
7°) Suicidi (Il Male di Vivere Settima Parte )
8°) Suicidi (Il Male di Vivere Ottava Parte )
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