# 43 Aggressività Umana Intrasecifica (Angeli Ribelli Prima Parte)
Aggressività Umana Intraspecifica
(Angeli Ribelli Prima Parte)
HOMO HOMINI LUPUS[1] (Plauto. Asinaria. II)
Tra i fattori che regolano il numero degli esseri umani abbiamo visto la guerra intesa anche come competizione od aggressività in genere. Dimostrare che anche questo fattore agisce con un meccanismo a retroazione negativa sembra molto difficile; in realtà, non solo è possibile, ma in questo modo si riesce a ricondurre sotto questo fattore forme occulte o particolari di aggressività intraspecifica come l’abbandono –violenza verso i minori.
L’aggressività intraspecifica umana sembrerebbe nascere da meccanismi legati al comportamento animale in genere. Man mano che lo spazio a disposizione riservato a ciascun individuo si riduce, a causa del sovraffollamento, aumenta l’aggressività come difesa del proprio territorio. Questo dato di fatto è accettato da tutti ed ampiamente confermato, sia da esperimenti di laboratorio sia da osservazioni animali nel loro ambiente: aumentando il numero di topi in una gabbia si accresce l’aggressività di ogni individuo che arriva ad uccidere i propri simili.
Nessuno ovviamente si sognerebbe di effettuare tali esperimenti con gli uomini ma, nella vita cosiddetta civile, esistono situazioni di tale sovraffollamento da superare qualsiasi situazione sperimentale animale.
A Vila Branca, prigione di San Paolo del Brasile, in una cella di 35 mq. convivono fino ad ottanta detenuti alternandosi per dormire in turni di tre ore. Per protesta i detenuti più anziani ogni 30 giorni uccidono uno di loro, in genere un giovane appena arrivato.
In natura si verifica lo stesso. Situazioni artificiali di sovraffollamento animale, portano ad un aumento di aggressività, violenza, con scontri intraspecifici cruenti.
Nel Gabon il taglio del legname della foresta tropicale riduce lo spazio vitale degli animali per cui alcuni di essi sono costretti a sconfinare nei territori di altre famiglie. Gli scontri che ne conseguono sono cruenti. Gli scimpanzé che occupano da tempo una certa zona, non accettano l’invasione degli stranieri e resistono con violenza alla loro avanzata.
I profughi reagiscono e le battaglie che ne conseguono sono disastrose per la specie. Il dott. Lee White, biologo della società americana per la conservazione della natura, ha calcolato che il numero di scimpanzé che vivono in Gabon è precipitato da 50 a 30 mila da quando sono iniziate le operazioni di deforestazione.
La tesi del sovraffollamento come causa di aumento di aggressività è dimostrabile anche da esempi al contrario: nel Bronx[2], la riduzione numerica di giovani, della fascia di età compresa fra 16 e 25 anni, ha diminuito drasticamente il numero degli omicidi.
La lotta per il territorio ed in genere l’aggressione mortale intraspecifica, nasce, nella tradizione giudaico cristiana, con Caino e Abele, dunque fin dalla preistoria.
Rispetto alle altre specie la competizione fra gli uomini è diventata particolarmente importante in quanto ha sostituito un altro fattore, la predazione, ormai non più attivo. Non esistendo animali in grado di predare l’uomo, quest’ultimo tende a moltiplicarsi oltre i limiti delle risorse disponibili.
A quel punto egli diventa predatore di individui della sua stessa specie non in quanto si cibi di essi, anche se ciò accade ancora ai nostri giorni, ma in quanto compete mortalmente con loro per le risorse disponibili.
Secondo una nota teoria l’uomo dopo lo sviluppo enorme del suo encefalo ha assunto la stazione retta proprio per avere i due arti anteriori liberi.
Impugnando una clava e riunendosi in bande, per prima cosa ha avuto la meglio sui suoi grandi predatori[3], poi ha pensato bene di aggredire i suoi stessi simili per la conquista del territorio.
[1] Espressione pessimistica usata dal filosofo Tommaso Hobbes per significare che nonostante la civiltà ed il progresso, l’istinto (belluino) vive sempre nell’uomo.
[2] Famigerato quartiere di New York dove la criminalità, specie giovanile, è molto attiva.
[3] E’ in questa fase che si sono selezionati i geni dell’aggressività in quanto garanzia di sopravvivenza e di possibilità di riproduzione.
Segue in :
II)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Seconda Parte)
III)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Terza Parte)
IV)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Quarta Parte)
V)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Quinta Parte)
VI)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Sesta Parte)
VII)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Settima Parte)
VIII)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Ottava Parte)
IX)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Nona Parte)
X)Parricidio (Dolce Cara Mammina -Angeli Ribelli Decima Parte)
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