Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Terza Parte)
Quando si parla della cosiddetta crudeltà infantile, non si fa altro che affermare che in individui privi di educazione, la tirannia dei geni, si manifesta in maniera diretta. Esempi evidenti di aggressività minorile o comunque adolescenziale, sono le guerre fra bande (Los Angeles, San Francisco, Bronx), ma anche scontri fra ultrà di squadre diverse e, fino a qualche anno fa, fra compagni e fascisti[1].
In queste lotte convergono più fattori: aggressività genetica, bisogno di riconoscersi in un gruppo, trapasso dallo stato infantile-adolescenziale a quello adulto attraverso prove di coraggio, lotta per il territorio come conseguenza del sovraffollamento. Le guerre tra bande sono manifestazioni classiche di aggressività intraspecifica, riscontrabile facilmente anche fra le scimmie e gli uomini primitivi.
Numerosissimi sono i casi di minori uccisi da coetanei come esemio di aggressività umana intraspecifica.
A Sparta nel Michigan, un sedicenne uccide a bastonate un ragazzo di venti anni, lo decapita e gli estrae il cervello dal cranio. Il tutto viene ripreso da una telecamera e l’assassino, con orgoglio, mostra il video ai propri amici vantandosi dell’impresa.
Nella tranquilla cittadina di Richmond, vicino a San Francisco, due bambini di sei ed otto anni hanno giocato a calci con un neonato uccidendolo.
In Florida due fidanzatini appartenenti al “Club di Dracula” hanno ucciso a bastonate i genitori della ragazza e ne hanno bevuto il sangue. Heather, questo il nome dell’angioletto, era convinta da un paio di anni di essere l’incarnazione di un demonio[2].
Dodici anni di carcere sono stati inflitti ad uno studente britannico di diciassette anni, che a Mold (nord del Galles), ha ucciso con un coltello da cucina una vicina novantenne e dopo averle estratto il cuore ne ha bevuto il sangue.
L’omicida, ossessionato dai vampiri, era convinto che in questo modo sarebbe diventato lui stesso un vampiro ed avrebbe ottenuto l’immortalità.
Non meno raffinato un ragazzo giapponese di quattordici anni: in disaccordo con il regime scolastico, ha sequestrato un bambino di undici anni, lo ha ucciso, decapitato, e ne ha abbandonato la testa nei pressi della scuola. Nella bocca della vittima ha lasciato una letterina, molto sgrammaticata, in parte in lingua giapponese, in parte inglese, in cui, affermando il piacere provato nell’uccidere, promette nuovi omicidi e si lamenta del sistema scolastico.
Più silenzioso, almeno a parole, un suo coetaneo studente del primo anno di ginnasio in un istituto dello stato di Washington. Entrato in aula durante una lezione estrae da sotto l’impermeabile un fucile automatico ed uccide due compagni ed un insegnante[3].
Di volta in volta, si associa un movente a questi omicidi giovanili, ma la spiegazione è sempre irrilevante.
Un ragazzo di High Point nel Missouri, uccide la madre “perché” gli impedisce di usare Internet. A Catania una donna viene uccisa dal figlio “perché” si rifiutava di dargli i soldi per giocare al video poker. Più attendibile è la motivazione che ha spinto quattro ragazze spagnole, tra i dodici ed i sedici anni, di San Juan De Azmalfarache, ad aggredire quasi uccidere Veronica, una loro coetanea. La ragazza era di una bellezza tale da essere insopportabile per le rivali[4].
[1] Con l’emancipazione femminile, la guerra per bande (aggressività umana intraspecifica) si propaga al sesso debole forse anche per sovrabbondanza di geni dell’aggressività entrati a far parte del patrimonio genetico delle donne. In una città inglese, la tradizionale rivalità tra le allieve delle Orsoline e le studentesse della “Richard’s Lodge School” è sfociata in una gigantesca rissa a causa di un ragazzo conteso dalle rappresentanti delle due fazioni. In questo caso la risorsa disponibile, per cui due gruppi lottano, è il maschio e sicuramente i geni delle fanciulle avevano le idee ben chiare su cosa dovessero fare i loro robot.
[2] (ANSA) – SONDRIO, 1 OTTOBRE 2000 – “ Fu un sacrificio a Satana”: suor Maria Laura Mainetti venne uccisa in nome del demonio. Lo hanno confessato in carcere almeno due delle tre ragazze minorenni di Chiavenna arrestate per l’omicidio. E’ questa la clamorosa svolta dell’inchiesta sulla morte della religiosa, uccisa a coltellate il 6 giugno scorso a Chiavenna. Lo si legge gli atti dell’indagine, ormai praticamente chiusa, che escludono il coinvolgimento di altre persone oltre alle tre diciassettenni. Una relazione degli investigatori, a conclusione dell’inchiesta, riportata esplicitamente questa conclusione: “il satanismo è la chiave di lettura dell’intera vicenda e, per quanto irrazionale, illogico e assurdo possa sembrare, il movente dell’uccisione di Suor Maria Laura è da individuarsi nel culto di Satana al quale le tre sciagurate omicide credevano. Per questa ragione la religiosa è stata assassinata”. Si può parlare di “Culto di Dracula” o di “Satanismo” la realtà è l’esistenza nel patrimonio genetico dei geni dell’aggressività.
[3] Forse anche lui, come il collega giapponese, non era d’accordo con il sistema scolastico.
[4] In fin dei conti, anche Caino avrebbe aggredito Abele per gelosia.
Segue in :
IV)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Quarta Parte)
V)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Quinta Parte)
VI)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Sesta Parte)
VII)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Settima Parte)
VIII)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Ottava Parte)
IX)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Nona Parte)
X)Parricidio (Dolce Cara Mammina -Angeli Ribelli Decima Parte)
Vedi anche :
I)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Prima Parte)
II)Aggressività Umana Intraspecifica (Angeli Ribelli Seconda Parte)
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