Giu 19 2016

# 115 La Strage di Orlando ed il Meccanismo a Feedback Genetico

Ferdinando Gargiulo Aggressività Inspiegata, Blog, Serial Killer 0

La Strage di Orlando ed il Meccanismo a Feedback Genetico

Omar Mateen

La strage di Orlando compiuta da Omar Mateen nel night club Pulse di Orlando, in Florida, nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016, colpisce per due motivi: l’elevato numero di vittime e le due diverse tesi circa la motivazione che avrebbe indotto il killer a compiere la strage di massa.

Viitime Strage di Orlando

I 49 morti (50 con il killer) ed i 53 feriti, fanno di quella di Orlando la strage con più elevato numero di vittime della storia d’America.

strage-nella-discoteca-gay-

Per quanto riguarda la “motivazione” alla base del gesto le cose sono un po’ più complicate.

Alle ore 02.22 del 12 giugno 2016, 20 minuti dopo essere entrato nel locale ad aver iniziato a sparare il Killer, con una telefonato al 911, fornisce del suo gesto una “chiaro scopo” terroristico inneggiando allo Stato islamico e citando i responsabili dell’attentato alla maratona di Boston .

In più occasioni , prima dell’attentato, Omar Mateen aveva pubblicato, su vari social, proclami inneggianti al terrorismo di matrice islamica “Voi uccidete donne e bambini innocenti con gli attacchi aerei, ora assaggiate la vendetta dello Stato Islamico. Nei prossimi giorni vedrete quanti altri attacchi dallo Stato Islamico negli Usa![1]”. In effetti legami con non meglio precisati terroristi islamici, millantati dal killer con i colleghi, lo avevano posto sotto attenzione del FBI già nel 2013 e nel 2015. Per due volte l’Ufficio Federale di Investigazioni aveva avviato indagini sul conto di Omar Mateen; le ricerche si erano però concluse con un nulla di fatto ed erano state archiviate. Più inquietante un altro episodio: venti giorni prima della strage il killer aveva tentato di comprare, in un negozio di armi, alcuni giubbotti antiproiettile e munizioni di vario tipo; il commesso insospettito si sarebbe rifiutato di vendergli quanto richiesto e successivamente avrebbe fatto una telefonata di segnalazione al FBI.

vendita fucili-semi-automatici-

Ovviamente questa telefonata, come tutti gli altri segnali di allarme, non aveva avuto alcun seguito.

A questo punto risulta più chiaro il tentativo da parte dell’autorità e dei media di dare alla strage di Orlando una possibile motivazione alternativa: omosessualità repressa mascherata da omofobia. Così la dichiarazione del padre che avrebbe detto che il figlio killer era rimasto sconvolto vedendo due uomini che si baciavano e quello della ex moglie che avrebbe dichiarato che l’ex marito era gay, più che testimonianze reali sembrano tentativi di prendere le distanze da un eventuale accusa di complicità in terrorismo-

Più interessante e viceversa, per la nostra tesi è un’altra affermazione dell’ex moglie quando parla di Omar come di una “una persona autoritaria, a volte violenta, ma non troppo religiosa”

D’altra parte il fenomeno stragi in America esiste da almeno cinque decenni ed è iniziato molti anni prima del terrorismo di matrice islamica.

Stragi americane

Proprio il prossimo agosto ricorre il 50º anniversario della prima delle stragi americane quella di Charles Joseph Whitman.

SerialKilllerWhitman

Il 1 agosto del 1966 un ex marine, dopo aver ucciso nella propria abitazione la madre e la moglie, si barricò al 28º piano della torre dell’Università e facendo fuoco, con un arsenale di armi che aveva portato con sé, uccise 16 persone prima di venir ucciso a sua volta dalla polizia. La strage compiuta da Whitman, oltre esser la prima delle stragi americane, ha un’altra singolare ed importante caratteristica che non troviamo in nessuna delle altre stragi verificatesi successivamente: in una lettera lasciata accanto al cadavere della moglie egli afferma di non capire i motivi del gesto appena compiuto (uccisione di madre e moglie) e di quello che stava per compiere (strage). Sempre nella stessa lettera Whitman si lamentava di aver chiesto aiuto ad un medico dell’Università confidandogli la sua preoccupazione per i propri impulsi violenti e per i continui mal di testa di cui soffriva ma tale aiuto gli era stato rifiutato ; ma soprattutto è sorprendente il fatto che Withman, nella lettera di “spiegazioni”, aveva chiesto di essere sottoposto ad autopsia perché in quel modo forse si sarebbero spiegati i motivi di certi suoi istinti violenti. In effetti l’autopsia a cui fu sottoposto il cadavere del killer rivelò la presenza di un tumore cerebrale in fase avanzata

University-Tower

Da quel lontano 1 agosto del 1966 le stragi in America si sono succedute a ritmo regolare; per ogni nuovo caso è stata data una motivazione diversa in quanto erano gli stessi killer a cercare di dare al loro gesto un qualche significato.

Dopo cinquant’anni l’unica motivazione plausibile per un gesto così estremo come quello di compiere una strage rimane ancora a nostro parere quella del caso di Withman; tuttavia non ci risulta che nessuno studio serio sia stato effettuato per cercare di capire come un tumore cerebrale possa modificare, eventualmente estremizzandole, le tendenze aggressive già presenti in un individuo. Con l’avvento del terrorismo di matrice islamica chiunque sia portato dalla propria natura a compiere gesti particolarmente violenti come quelli di una strage potrebbe trovare molto utile appellarsi ad una motivazione ideologico-religiosa in questo momento molto forte. Nel caso della strage di Orlando non è compito nostro sapere se realmente Omar Mateen fosse legato a, o almeno ispirato da, terroristi islamici ma sta di fatto che in molte delle stragi americane non c’è alcun legame reale col terrorismo.

Da parte nostra abbiamo già ampiamente riportato sul blog la nostra tesi relativa all’aggressività umana inspiegata postando l’intero capitolo sesto – Angeli Ribelli– dell’originale testo Il Virus Intelligente [2].

Il riferimento alle stragi americane si trova in particolare nei primi tre post[3].

In base a tale tesi l’aggressività umana inspiegata, in cui rientra anche il fenomeno delle stragi americane, fa parte di un meccanismo a fedback genetico o a retrazione negativa volto a contenere l’abnorme crescita della popolazione umana. Studiato ampiamente ed ormai ammesso come effettivamente attivo nella popolazione animale, il meccanismo a feedback genetico o a retrazione negativa è ritenuto dal sottoscritto agire efficacemente anche nella popolazione umano.

Spiegare in questo post il meccanismo a feedback genetico o a retrazione negativa nella popolazione umana sarebbe troppo lungo per cui facciamo riferimento ai post già pubblicati: