#31 Suicidi (Il Male di Vivere XI Parte)
Suicidi
(Il Male di Vivere XI Parte)
Immediata è l’analogia con il fenomeno dei suicidi presso tribù primitive ancora esistenti, con l’epidemia di suicidi fra i flick (gendarmi) parigini e con la scelta del suicidio in alcuni animali.
I Guaranì sono un popolo che 200 anni fa occupava il 40% del Mato Grosso del Sud ed oggi è confinato in un’area inferiore all’1% del territorio dello Stato: 9500 indios in una riserva di 3500 ettari, uno spazio ridicolo per chi era abituato all’immensità di foreste e praterie.
Nel 1994, ventiquattro di loro si sono suicidati, l’anno dopo trentasei, impiccandosi, ingerendo veleno, o tagliandosi la gola.
In un decennio i suicidi sono stati centottantatre. Il 40% di loro aveva meno di sedici anni, il 75% era di sesso femminile. Diventati schiavi dei bianchi, i Guaranì non hanno più foreste dove cacciare, né terreni da coltivare. Gli uomini vivono facendo gli schiavi dei bianchi, le ragazze giovani sono costrette a prostituirsi per sopravvivere.
Più che di depressione genetica del singolo individuo possiamo parlare di depressione etnica, come se tutti i Guaranì fossero individui geneticamente non adatti a sopravvivere nella civiltà dei bianchi.
Anziché la sovrappopolazione, in questo caso ad entrare in azione come concausa di suicidio è il sovraffollamento, in quanto il territorio in cui sono confinati i Guarani non è per il loro tipo di cultura sufficiente: “non ho più posto” ha scritto sulla sabbia un loro giovane, prima di impiccarsi.
Non ha più posto neanche la tribù misteriosa che nelle estreme propaggini dell’Amazzonia si è ribellata alla aggressione dei bianchi: compaiono all’improvviso completa-mente nudi, assalgono a colpi di freccia i coloni e scompaiono dopo ogni attacco. Già tre coloni sono stati uccisi da dardi con la punta di legno intinta nel micidiale veleno di un rospo tropicale. Tutto sarebbe stato scatenato dall’uccisione di tre di loro avvenuta nel 1996 ad opera di agenti della “Funai” l’Ente Governativo brasiliano che dovrebbe occuparsi degli Indios.
Laddove la ribellione è possibile c’è l’aggressione, dove no, il suicidio.
Anche nel mondo animale si comincia a parlare di “suicidi” come “quello” avvenuto sulle coste Ovest dell’Isola Australiana di Tasmania, dove sessantacinque cetacei si sono arenati. La spiegazione di questo “suicidio animale di massa” è stata che il loro sistema di orientamento non era più in grado di rilevare il progressivo ridursi della profondità del fondale.
Un altro episodio è quello relativo allo spiaggiamento di 101 delfini su una spiaggia della famosa Isola della Tortuga, nei Caraibi venezuelani.
Gli esperti ammettono il suicidio di massa per le balene, ma non per i delfini, ed esperti del Fondo Nazionale di Investigazione Ittica e del Museo del Mare di Cuminà, si sono recati sulla spiaggia per praticare un’autopsia a due cetacei con la speranza di risalire alle cause del loro gesto.
Come le tribù degli indios o i giovani nel sessantotto anche gli animali possono avere una valida alternativa al suicidio: l’aggressione verso chi toglie loro lo spazio vitale.
Un banco di sardine è riuscito nell’impresa inaudita di far affondare un grosso peschereccio nell’atlantico riuscendo così a sfuggire alla cattura. Il comandante del battello, il norvegese Geir Nikolaisen di quarantanove anni, dopo essere stato ripescato dai soccorritori ha dichiarato allibito: “Vado a pesca da quando avevo quattordici anni, ma non ho mai visto una cosa del genere”.
Un intero banco di sardine era finito nelle reti di un peschereccio norvegese di 19 metri, lo Steinholm, e sembrava avere il destino segnato, ma per una volta le sardine non si sono arrese: ad un invisibile segnale convenuto, si sono inabissate tutte contemporaneamente riuscendo a capovolgere la barca. Il tentativo dell’equipaggio di tagliare le reti è fallito in quanto le sardine hanno agito con estrema rapidità e determinazione.
Così come per i virus abbiamo parlato di intelligenza in quanto seguendo le leggi della natura essi ne partecipano l’intelligenza, allo stesso modo possiamo parlare di un’intelligenza delle sardine-natura che si oppone ad un’estinzione di massa[1].
Un altro esempio di suicidio come unica possibilità di fronte ad un’aggressione esterna a cui non si ha la possibilità di rispondere è quello dell’epidemia di suicidi tra i flick parigini.
Chiamati a difendere una invisibile linea di confine che nelle banlieue[2] separa i tradizionali residenti dagli “invasori extracomunitari”, essi sono impossibilitati a fare l’unica cosa possibile per difendere questa linea: uccidere gli “intrusi”. Anziché contestare il compito in quanto sbagliato e comunque non realizzabile su entrambi i piani, pratico e morale, probabilmente inconsapevoli della contraddizione insita in ciò che viene a loro richiesto, si suicidano. Se “potessero”, invece di suicidarsi, probabilmente ucciderebbero gli invasori[3],[4],[5].
[1] Distruggere un intero banco di sardine impedisce una loro successiva riproduzione e quindi un ripopolamento del mare da parte di questa specie. Fenomeni naturali come nuovi epidemie virali o l’inabissamento del peschereccio norvegese mostrerebbero delle profonde analogie proprio nel senso di essere volti ad impedire all’uomo di sostituire i propri geni a quelli di tutte le altre specie, riproducendosi eccessivamente o sterminando intere popolazioni animali. In questo modo la Natura si opporrebbe alla distruzione da parte dell’uomo della vita sulla Terra.
[2] Periferie francesi, in particolare di Parigi.
[3] Sia ben chiaro che nessuno pensa che i flick parigini dovrebbero uccidere gli extracomunitari delle periferie urbane, ma la pretesa delle autorità di contenere, senza violenza, masse di giovani nelle periferie-riserve di Parigi è ingenua od ipocrita. Se paradossalmente i flick fossero in un numero tale da avere, rispetto agli extracomunitari, la stessa superiorità numerica che i bianchi hanno, nel Mato Grosso, rispetto ai Guaranì, sarebbero gli extracomunitari a suicidarsi. Viceversa, essendo i flick in numero decisamente inferiore, di fronte alla forza numerica degli extracomunitari non hanno altra scelta che il suicidio. Sicuramente se percepissero in maniera conscia questa contraddizione affronterebbero il problema sul piano politico-sociale o semplicemente cambierebbero lavoro.
[4] L’epidemia dei suicidi dei flick parigini ha un precedente storico nel Marocco della Legione Straniera. Al comando di città arrivava un dispaccio da uno dei fortini isolati nel deserto: “il legionario Devet si è ucciso impiccandosi con corde suo mulo”. Tempo pochi giorni ne arrivava un altro:“legionario Crouex morto-stop. Impiccatosi con corde suo mulo-stop” poi un altro dispaccio ed un altro ancora finché il comando non mandava soccorsi per arginare un’epidemia di suicidi che avrebbe finito per decimare il fortino: era il cafard, “questo insieme di disperazione, noia, stress e follia, questo insetto nero che entra nell’anima e spinge irresistibilmente a farla finita”.
[5] Come nei fortini della Legione Straniera, il cafard si è materializzato nel posto fisso di polizia di Forte dei Marmi, un distaccamento con trenta persone in organico, e ventitre in servizio effettivo. Nel giro di pochi anni tra gli agenti in servizio si sono avuti ben sei suicidi, il primo dei quali allargato ai due figli dell’autore. Indubbiamente un’alta percentuale se si pensa che nel 1993, in Italia, i suicidi tra i poliziotti sono stati in tutto diciotto.
Segue in :
12°) Suicidi (Il Male di Vivere Dodicesima parte
13°) Suicidi (Il Male di Vivere Tredicesima parte)
14°) Suicidi (Il Male di Vivere Quattordicesima parte)
15°) Suicidi (Il Male di Vivere Quindicesima parte)
16°) Suicidi (Il Male di Vivere Sedicesima parte)
17°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciassettesima parte)
18°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciottesima parte)
19°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciannovesima parte)
20°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventesima parte)
21°) Suicidi (Il Male di Vivere XXI parte)
Vedi anche:
1°) Suicidi (Il Male di Vivere Prima Parte )
2°) Suicidi (Il Male di Vivere Seconda Parte )
3°) Suicidi (Il Male di Vivere Terza Parte )
4°) Suicidi (Il Male di Vivere Quarta Parte )
5°) Suicidi (Il Male di Vivere Quinta Parte )
6°) Suicidi (Il Male di Vivere Sesta parte)
7°) Suicidi (Il Male di Vivere Settima Parte )
8°) Suicidi (Il Male di Vivere Ottava Parte )
9°) Suicidi (Il Male di Vivere Nona parte)
10°) Suicidi (Il Male di Vivere Decima parte)
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