#30 Suicidi (Il Male di Vivere X Parte)
Suicidi (Il Male di Vivere X Parte)
Nei Paesi Anglosassoni, soprattutto in America, il patto suicida assume una connotazione più complessa. La più frequente è quella del patto suicida fra adolescenti.
Tipico dell’adolescenza è il desiderio di ribellione ai genitori ed alla società in genere. Questo istinto alla contestazione è sempre stato interpretato in chiave socio-psicologica ma la componente biologica è preponderante e trova riscontro, come vedremo, nel mondo animale.
Nel mondo degli uomini, il figlio prima di sostituire materialmente i propri genitori e quando questa sostituzione non è ancora possibile, sente prepotente il bisogno di sostituirlo sul piano ideologico, cioè rifiuta, oltre alle regole, anche tutto ciò che parte dai genitori. Quando questa contestazione trova sfogo all’esterno nascono le grandi rivoluzioni.
Quella del’68[1], nel bene (fantasia, creatività) e nel male (terrorismo, omicidi), fornì vie ufficiali in cui incanalare questa ribellione. Quando l’onda della ribellione rifluisce, alcuni figli scoprono di essersi sostituiti in tutto e per tutto ai genitori e si trovano a condividere e difendere il potere che avevano contestato.
In periodi, come quello attuale, di cosiddetto riflusso, senza sbocchi culturali e simbolici per l’istinto biologico di sopprimere il padre, quest’ultimo può esprimersi solo nella sua forma diretta dell’uccisione fisica dei genitori da parte dei figli, da soli o in combutta con i propri compagni.
La sostituzione dei genitori con i figli, avviene in questo modo precocemente senza attendere i lunghi tempi della morte dei padri per vecchiaia o malattia[2].
Naturalmente si tratta di casi di figli con una particolare predisposizione genetica all’aggressività ed all’omicidio.
In tutti gli altri casi o si rimane a lungo nella famiglia di origine, rinunciando però a riprodursi (fenomeno degli eterni adolescenti che vivono a casa di mamma e papà), o si esce dalla famiglia stessa. Questa uscita, per individui con predisposizione genetica alla depressione, può coincidere con il suicidio.
Nei branchi di leoni, il maschio che riesce a soppiantare il padre, lo sostituisce in tutto e per tutto ed è il leone padre a doversi allontanare o ad assumere una posizione subalterna. Se il leone figlio non riesce in questa operazione è lui ad allontanarsi a non meno di quindici chilometri dalla famiglia originaria. Rimasto solo il leone, padre o figlio che sia, per lo più muore, cedendo ad uno o più fattori che regolano la popolazione animale.
In tempi di rivoluzione la sostituzione dei padri può essere simbolica ed il figlio trova facile allontanarsi dalla famiglia originaria per vivere in una comunità di uguali.
In tempi di restaurazione ciò non può avvenire e l’animale uomo può uccidere il padre o restare nella famiglia-branco riconoscendo l’autorità, spesso solo economica, paterna e rinunciando a figliare. Le femmine dell’animale uomo possono anche figliare, ma in questo caso, rimanendo nel branco-famiglia di origine, il loro partner o è sconosciuto o non è ammesso. Come nel caso dei leoni, l’uomo e la donna possono anche allontanarsi dal branco-famiglia originario e costituire un’altra famiglia o restare singoli.
In molti casi questo allontanamento con costituzione di un altro branco di singoli è prematuro e non ha possibilità di sopravvivenza, né materiale né soprattutto ideologica. Il neobranco, costituito da pochi individui, dà luogo così a numerosi casi di patti suicidi . Caratteristici in tal senso due episodi avvenuti in U.S.A. in bilico tra ribellione-aggressione e fuga-suicidio.
In uno dei due episodi apparentemente era stata lasciata al caso la possibilità di suicidarsi. In realtà attraversare l’America a folle velocità su di una macchina rubata significa sicuramente essere fermati dalla polizia e poiché in questo caso i protagonisti, due adolescenti più una bambina di dodici anni, avevano deciso di spararsi[3] il suicidio era certo.
Anche qui, come nel caso italiano della roulette russa ripetuta cinque volte, è chiaro il tentativo di dare una copertura ideologica, coraggio e avventura, ad una decisione di fuga-suicidio palesi. Il suicidio viene ancora considerato dall’adolescente una forma di vigliaccheria. Per cui può essere necessario coprirlo con una scusa, quale il desiderio di un’avventura, il coraggio di sfidare le autorità (genitori).
In un altro episodio la copertura ideologica della spinta al suicidio è molto più forte. Tre ragazzi inglesi emigrati temporaneamente in America, si vestono con tute nere di foggia militare, si dipingono il viso con colori di guerra, ma anziché andare alla guerra, si suicidano. La prima dei tre, Jane, ventitre anni, in un posto sperduto nel Nord della California.
Il giorno dopo gli altri due, Ruth e Stephen, a 1500 chilometri di distanza, a Mesa in Arizona, entrano in un poligono di tiro e cominciano a sparare all’impazzata sui bersagli, poi improv-visamente rivolgono le armi contro sé stessi e si uccidono.
L’episodio fa pensare che, se ci fosse stata una possibilità di trovare in una guerra lo sfogo alla propria depressione, forse non si sarebbero suicidati. Se, ad esempio, fossero stati nel Bronx o a Los Angeles, o addirittura nella vecchia Inghilterra dei tempi dei Moods[1], probabilmente avrebbero sfogato la depressione con forme di aggressione eterodirette. L’ideologia corrente è invece più rivolta all’autoaggressione e quindi al suicidio, ed i miti sono i cantanti rock maledetti che alla fine si suicidano.
I tre ragazzi inglesi, erano non a caso fanatici del gruppo pop inglese Joy Division il cui leader Ian Curtis si era tolto la vita nel 1980, impiccandosi a Londra alla vigilia di un giro di concerti negli U.S.A.
Un altro cantante rock, Kurt Cobain, si è suicidato nell’Aprile del 1994, ed è noto almeno un caso in cui un patto suicida (fra due ragazzine francesi di dodici e tredici anni) sia stato compiuto ad imitazione del cantante: “Siamo morte come Kurt” avevano lasciato scritto ed: “Oggi è il grande giorno” avevano detto alle loro compagne di scuola, la mattina del suicidio.
Per suicidarsi possono bastare anche i Take That, ascoltati a tutto volume da due ventenni di Verbania (Piemonte)mentre i gas di scarico della loro auto li stavano uccidendo all’interno dell’abitacolo.
Nel 1968 il mito era la ribellione che poteva sfociare in forme estreme come il terrorismo, ora il fenomeno di base è la musica rock intesa come rifiuto delle regole.
Il rifiuto della vita come rifiuto di aderire alle sue regole sembra essere l’unica soluzione quando le regole stesse non possono essere cambiate.
[1] Anno di inizio, in Italia, del periodo storico della cosiddetta contestazione giovanile.
[2] L’allungarsi della vita media ed il minore spazio per i giovani a causa dell’eccessiva presenza di anziani potrebbe indurre individui già predisposti ad anticipare violentemente il ricambio naturale.
[3] Con una pistola da loro comprata.
Segue in :
11°) Suicidi (Il Male di Vivere Undicesima parte)
12°) Suicidi (Il Male di Vivere Dodicesima parte)
13°) Suicidi (Il Male di Vivere Tredicesima parte)
14°) Suicidi (Il Male di Vivere Quattordicesima parte)
15°) Suicidi (Il Male di Vivere Quindicesima parte)
16°) Suicidi (Il Male di Vivere Sedicesima parte)
17°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciassettesima parte)
18°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciottesima parte)
19°) Suicidi (Il Male di Vivere Diciannovesima parte)
20°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventesima parte)
21°) Suicidi (Il Male di Vivere Ventunesima parte)
Vedi anche:
1°) Suicidi (Il Male di Vivere Prima Parte )
2°) Suicidi (Il Male di Vivere Seconda Parte )
3°) Suicidi (Il Male di Vivere Terza Parte )
4°) Suicidi (Il Male di Vivere Quarta Parte )
5°) Suicidi (Il Male di Vivere Quinta Parte )
6°) Suicidi (Il Male di Vivere Sesta parte)
7°) Suicidi (Il Male di Vivere Settima Parte)
8°) Suicidi (Il Male di Vivere Ottava Parte )
9°) Suicidi (Il Male di Vivere Nona parte)
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